Sommario:
Si immagini come potrebbe essere rivoluzionario assumere con convinzione questo breve assunto: non si va a messa (solo) in quanto si è (già) cristiani, ma desiderando (ogni giorno) diventare Cristiani si scopre che la messa domenicale è il nutrimento indispensabile per la vita e, per questo, la si sceglie di continuo.
Così, la messa fatica ad essere amata da chi la osserva come studioso o da chi vi partecipa perché forzato oppure da chi pretende di capirla prima di prendervi parte
È utile poi verificare una celebrazione eucaristica particolare (ad esempio la messa di un tempo liturgico forte) con un focus su ciò che si percepisce comune ad altre comunità e ciò che si sente come particolare della propria.
Camminare, inginocchiarsi, aprire le braccia al Padre nostro, scambiarsi la pace… diviene una questione di sensibilità destinata ai più semplici che hanno bisogno anche di queste cose per pregare meglio.
La Chiesa desidera che i fedeli non assistano da estranei o muti spettatori al mistero di fede, ma che, per mezzo di riti e preghiere, partecipino all’azione sacra consapevolmente, pienamente, attivamente
Una sana e fedele creatività di ogni parrocchia non è solo concessa ma addirittura auspicata. Ma la propria prassi celebrativa non è l’unica soluzione per introdurre
Non possiamo esimerci dal metter mano a dubbie abitudini dovute all’indolenza o alla noncuranza personale e comunitaria.
Non esiste un'univoca spiritualità delle nuove generazioni a cui l’azione liturgica dovrebbe inculturarsi per adempiere al mandato di Gesù di annunciare a tutte le genti la novità della Pasqua.
Ancor di più, è differente la presa di coscienza di un distanziamento da parte della signora anziana che partecipa alla messa quotidiana rispetto a un giovane che vuol verificare che l’esperienza liturgica sia davvero il tesoro prezioso in cui investire risorse per la sua ricerca spirituale
Nei mesi passati il distanziamento, la prudenza nel riprendere le processioni offertoriali e di comunione, il rinunciare ai libri di canto hanno evidenziato la difficoltà dei corpi nell’entrare comunitariamente nel rito liturgico