Sommario:
Al mattino prima di ogni attività, a metà giornata e poi la sera, il ritmo raccoglie il valore sacramentale dell’Ufficio liturgico come farsi voce di tutta la Chiesa.
Chi partecipa a Taizé alla preghiera comune viene da tradizioni cristiane differenti o, di frequente, non ha mai ricevuto una reale iniziazione alla liturgia e all’orazione.
Sin dagli inizi dell'arrivo di tanti giovani (fino a 40.000 per volta) a scandire gli eventi è stato il ritmo della Pasqua settimanale e quotidiano della Liturgia delle Ore.
Finché la riflessione sta sulle generali (chi può dire di non volere una “liturgia fresca, autentica e gioiosa”?), non è difficile convenire su grandi questioni di fondo.
I sentimenti, le emozioni nei riti cristiani sono tendenzialmente visti ancora con sospetto.
L'uomo d'oggi da tempo non è più capace dell'atto (di culto), anzi non ne ha più cognizione.
La celebrazione, composta da molteplici linguaggi, attiva tutti i canali della sensibilità, coinvolge più sensi contemporaneamente, così permette una partecipazione globale al Mistero.
La liturgia è un problema per la pastorale giovanile? O i giovani sono un problema per la pastorale liturgica?
Ma per la maggior parte dei giovani d'oggi una realtà che non sappia mostrare la sua “preoccupazione educativa” e che appaia come “indifferente alle piccole miserie quotidiane” non è intelligibile.
I giovani “assidui” sono sempre persone del nostro tempo, in cui è in atto un cambio epocale. Ogni tipo di valore è sottoposto a un forte ripensamento