Sommario:
Intorno alla sua identità misteriosa il Dio di Israele e dei discepoli di Gesù ha incominciato a sorprendere fin da quando chiamò Abramo dentro ad un progetto di amicizia, arrivando perfino ad incontrarlo nella sua tenda di nomade, vicino ad Ebron.
Consapevoli di questo rapporto personale che intratteniamo con lo Spirito santo, decidiamo di affidarci allo Spirito Santo e di lasciarci condurre dove Lui vuole condurci.
Ma finché l’attenzione è posta sul quaggiù, sull’estensione spropositata del mondo da evangelizzare, sull’inadeguatezza degli evangelizzatori, la missione comandata dal Risorto non può mai partire. E tutti noi abbiamo presente la sproporzione, l'inadeguatezza nostra rispetto alla missione...
Gesù sta per lasciare i suoi. Nonostante li abbia messi a parte del segno inaspettato della lavanda dei piedi e abbia consegnato loro il comandamento nuovo, gli apostoli faticano a lasciarsi alle spalle mire trionfalistche.
La vera abitazione non sarà neppure una casa ma, come ci dice il vangelo di oggi: ogni persona che accoglie le Parole del Signore e le vive diviene la sua abitazione. E Paolo affermerà che ormai i nostri corpi sono il Tempio di Dio, la sua dimora (1Cor 6,19).
La bellezza del pastore, il suo fascino stanno in questo slancio vitale inarrestabile, nella gioia di vedere la vita fiorire in tutte le sue forme.
Io do la vita: offrire la vita non significa per prima cosa morire, perché se il pastore muore le pecore sono abbandonate e il lupo rapisce, uccide, vince.
La salvezza è dilatazione della vita; il peccato è, all'opposto, atrofia del vivere, rimpicciolimento dell'esistenza. E non c'è più posto per nessuno nel cuore, né per i fratelli né per Dio, non per i poveri, non per i sogni di cieli nuovi e terra nuova
Divenuto vincitore e trionfatore, non torna per vendicarsi e per farla pagare a partire dai suoi discepoli, che lo hanno tradito, rinnegato, abbandonato…ma per manifestare chiaramente la sua sete di amore: com'è salito al Padre per amore,
Tutti dobbiamo essere persuasi che Gesù risorto intende coinvolgerci nel suo passaggio pasquale.
Quel che Gesù fece con Maria di Magdala, oggi lo vuole fare anche con ciascuno...
Si danno tante presenze nel racconto: i molti pellegrini venuti a Gerusalemme per la festa della Pasqua, i capi dei sacerdoti e i farisei, gli amici di Gesù, Marta, Lazzaro e Maria, Giuda Iscariota. E noi dobbiamo confrontarci con gli amici di Gesù e con quel discepolo, che sono a tavola con lui.