Mio Signore e mio Dio

Professioni di fede

La fede di Tommaso


Con Tommaso c’è il passaggio dalla fede nata dal contatto diretto con Gesù alla fede basata
su dei testimoni.
Tommaso è appaiato a un altro, è “gemello”; (didimo) di chi? Potremmo essere noi: invitati a credere senza vedere.
In noi coabitano il discepolo amato da Gesù e Giuda che ha tradito, Pietro che si entusiasma
ma anche che rinnega. Ci sono fede e incredulità, luce e tenebre, il credente sincero e il fedele
dubbioso.
Tommaso aveva rotto il cerchio della paura per avventurarsi solo nel mondo esterno che
gli altri temevano.
O è un discepolo della terza generazione non presente ai fatti, che non poteva credere
fidandosi solo della testimonianza di altri.
Noi, discepoli dell’ultima generazione, non ce la sentiamo di credere senza segni: «Se
non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il dito nel posto dei chiodi e la mia mano
nel suo costato, non crederò».
Noi vogliamo dei miracoli per credere.
«Otto giorni dopo... c’era anche Tommaso».È ancora il giorno dell’incontro per l’Eucaristia.
Quando sono insieme per spezzare il pane, Gesù si fa presente.
«Venne a porte chiuse, si fermò in mezzo a loro e disse: Pace a voi». Porte chiuse sono la
mente e del cuore di Tommaso. La pace di Gesù gli apre il cuore per la lezione del Maestro.
«Metti qua il tuo dito e guarda le mie mani; stendi la tua mano, e mettila nel mio costato; e
non essere più incredulo ma credente!». Tommaso può mettere il dito nelle ferite e la mano nel
costato perché esse sono rimaste aperte anche da risorto: per questa porta Dio esce verso di
noi e noi entriamo da lui.
«Mio Signore e mio Dio!». È il grido di chi nasce alla fede.
È l’atto di fede che ha fatto proprio la comunità
dei primi tempi. Mentre lo dice, Tommaso accetta
la signoria di Gesù sulla sua vita.
«Perché mi hai veduto, hai creduto:
beati quelli che pur non avendo visto crederanno!».
La fede autentica non è quella di chi vede e tocca con mano, ma quella di chi si fida dei primi testimoni. Non nasce da uno sforzo mentale, ma da una resa incondizionata che il Signore
suscita in noi.
I miracoli non fanno nascere la fede, semmai danno una forte emozione religiosa. La fede
vera viene solo dall’accettare la testimonianza dei credenti. È la più bella possibilità
offerta a noi, invitati a credere anche se non abbiamo visto.
 

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