La fede della gente di Gerusalemme
Gesù entra in Gerusalemme. Egli è il veniente. Lui è il Messia, è il padrone della città santa,
eppure entra come un mendicante. Infatti egli chiede un animale in prestito per entrare come
principe della pace.
La venuta di Gesù pacificherà il nostro cuore, se lo accogliamo. Molta gente lo acclama.
Ci viene un poco di invidia, soprattutto se pensiamo all’indifferenza che avvolge Gesù agli occhi di tanta gente oggi e spesso anche ai nostri.
Il popolo è in festa, ma è lo stesso popolo tra qualche giorno griderà a Pilato di crocifiggere
Gesù, preferendo libero Barabba.
Come mai? Succede non solo perché il cuore umano è volubile, ma anche perché vanno
con Gesù per motivi diversi da quelli per cui lui vuole essere scelto: motivi politici, vantaggi
personali... Da qui verrà una inevitabile separazione.
Gesù vuole essere scelto per amore: come lo sposo
con cui condividere l’esistenza. Pochi di quelli che erano
con lui avranno compreso. Perché sono poche le persone
che hanno una vera vita interiore, in cui germoglia
la verità di Dio e conta il suo amore.
Etty Hillesum, la ragazza ebrea uccisa in un lager nazista, scrisse mentre era in quella orrenda condizione: “Per chi ha una vita interiore, vivere in mezzo alle luci della ribalta e vivere in
un campo di concentramento non fa differenza”.
Voleva dire che solo chi ha vita interiore e dialoga con Dio, sa ciò che conta nella vita.
Da notare un particolare: quando i discepoli slegano un puledro legato “li lasciarono fare”.
I proprietari restano anonimi, domandano solo chi li manda, ma non pretendono spiegazioni.
Sono figure marginali, poco appariscenti, che il Vangelo ricorderà per sempre. L’asino diventerà più famoso di loro.
Chi sono? Che idea avevano di Gesù? Anche a loro, però, viene riconosciuto un ruolo e un
compito evangelico.
Non sapremo mai dei loro volti, della qualità morale della loro vita. Ma è bello pensare che
un consenso dato senza il tempo di pensare sia in grado di sostenere la verità di un rapporto
unico e profondo con Gesù!
Di loro non si potrà dire nulla di più, ma nulla di meno di quanto dice il Vangelo. Perché anche quelle poche parole che pure han pronunciato, entreranno a far parte della Parola di Dio.
Non ci resta che contemplare con stupore e meraviglia grande che proprio questo loro
assenso permetterà a Gesù di entrare come voleva in Gerusalemme.