La fede di Maria di Betania
A Marta era bastato vedere Gesù per capire che qualcosa bisognava fare. Era una cena
per ringraziarlo per Lazzaro tornato in vita. Ma era anche l’anticipo di un’altra cena che Gesù
avrebbe regalato ai suoi di lì a poco, per Pasqua.
Maria fa un gesto controcorrente: si avvicina ai piedi di Gesù, li abbraccia, li bacia e, cosparsi di un profumo assai costoso, li asciuga coi suoi capelli.
È impossibile un ragionamento logico. Perché il cuore è così. E qui non ci sono parole che
spiegano. C’è solo un silenzio, stupito, assaporando la fragranza del profumo.
O contempli una gratuità che non ti appartiene o osi prendere la parola, come Giuda che
tenta una pessima interpretazione.
Gesù, che ha apprezzato il gesto, lo giudica positivamente: “Ovunque sarà annunciato il
Vangelo, si racconterà il gesto fatto da questa donna”.
Nessuno era giunto a una sintesi così potente di Gesù, del Suo Vangelo e dell’esserne
seguaci.
Il nardo, aroma profumato e intenso, usato per l’incontro di amore con il re, è un balsamo
di custodia, cura e onore. Ne viene impiegato tanto, oltre la misura e il buon senso ed è offerto
gratis.
I gesti di Maria sono semplici, rapidi, delicati; clamorosi nella loro discrezione; sfacciati
nella loro compostezza; con un contatto umano, dignitoso e rispettoso.
In quel modo Gesù sente gli echi dell’annuncio del Regno, il comando dell’amore e del perdono, le beatitudini, l’obolo della vedova, le parabole del samaritano, dei talenti, la prossima
Passione!
Quel profumo richiama a Gesù il Padre da cui si sente avvolto in una totalità d’amore
e del quale ha preso sempre più chiaramente le sembianze.
Gesù si rivede: Lui è “il” Dono, come quel dono.
Ancora in quell’unguento sente tutti i significati della sequela come li aveva annunciati e li annuncerà ancora: “Va’ e vendi tutto quel che hai... Chi perderà la propria vita per causa
mia... Con la misura con cui misurate vi sarà misurato...”.
Il profumo che resta su entrambi è immagine della reciproca
comunione tra Maestro e discepolo che la donna vive:
dove è l’uno c’è l’altro e ciascuno porta su di sé la traccia
del legame, senza limiti di spazio, di tempo, di misura.
Il Maestro è la dimora della donna, il tesoro, l’unico necessario. E la donna si fa dimora del
Maestro.
Lì c’è l’essenza del Vangelo: un’esagerazione!