Serviva Dio e parlava del Bambino
Luca ci propone la figura di una donna profetessa, vedova, orante, penitente, missionaria. Costei è una persona speciale anche se vecchia e vedova, anello debole della società
ebraica...
Alla morte del marito ha scelto di vivere un’esperienza viva di fede e di amore al Dio di
Israele e ha lasciato tutto per raggiungere Gerusalemme, la città della Presenza di Dio.
La vita passata servendo Dio, giorno e notte, per tanti anni, la colloca tra gli “anawim”, i
poveri del Signore, che sanno di aver ricevuto tutto dalle mani del loro Dio.
Ha la tenacia di chi sa attendere e sperare, perché ha fatto di questa missione la sua
vita: è nel Tempio perché ha voluto consacrare la sua esistenza a Dio con una preghiera ininterrotta. Nemmeno si perde in rimpianti per una giovinezza remota.
Così Anna incarna le parole del Salmo 92:
«Il giusto crescerà come cedro del Libano;
piantati nella casa del Signore, fioriranno negli atri del nostro Dio.
Nella vecchiaia daranno ancora frutti, saranno verdi e rigogliosi».
La sua è una scelta particolarissima: vive, infatti, tra digiuni e penitenze.
Ma questo è il segno evidente della sua scelta di vivere in relazione, alla presenza del Signore.
Non è una visitatrice occasionale, ma abita la casa di Dio, in preghiera, nell’offerta continua di sè a lui, servito con cuore indiviso.
Nello svuotamento di se stessa, è così libera interiormente da acquisire un nuovo volto,
capace di conoscere e riconoscere Dio nel figlio di Maria e Giuseppe, quel Bambino che, agli
occhi di tutti gli altri, invece, è un comune neonato.
È chiamata dall’evangelista “profetessa” proprio
per il suo particolare intuito di riconoscere l’arrivo
del Salvatore, di Dio venuto a portare al mondo la salvezza.
L’attesa è finita: questo è l’annuncio carico di lode che lei, profetessa e testimone, rivolge “finalmente” a tutti coloro che incontra nel tempio di Gerusalemme.
Tutto quello che ha ricevuto, vissuto, sperimentato nella vita, ora vuole trasmetterlo anche
agli altri.
Qui c’è tutta la sua fede: non si chiude, ma si apre al Dono e nel dono.
Non parla di sé, non offre semplicemente se stessa, con la sua esperienza e la sua saggezza;
dona ciò che ha di più caro e prezioso, ciò che l’ha fatta rinascere e ha ridato speranza alla sua
vita.
Loda Dio e parla di Lui, di quel Bambino lì presente, che è la redenzione, la liberazione, la
rinascita di chiunque lo attende, lo accoglie, lo riceve, ieri come oggi.