La fede di Simeone

Professioni di fede

I miei occhi hanno visto la tua salvezza


Quando Maria e Giuseppe portano Gesù a Gerusalemme per offrirlo al Signore, nel tempio
incontrano due anziani straordinari, carichi di anni, ma vivi dentro; non chiusi custodi di ricordi, ma profeti di futuro, aperti agli altri: simboli grandi di una vecchiaia aperta, sapiente e viva.
Non sono molti coloro che accolgono Dio: tra questi c’è Simeone anziano e sconfortato.
Ha vissuto a Gerusalemme e ha visto ricostruire il tempio, tornato al suo antico splendore,
e la città rinata, non parimenti cresciuta sul piano della fede.
È anche un po’ deluso dalla vita. Eppure aspetta ancora, nonostante la sua età avanzata. E fa bene.
Infatti vede quella piccola famiglia: una giovane madre stringe un neonato in un manto, lo
sposo porta due colombe da offrire in sacrificio, l’offerta dei poveri.
Molti li guardano, uno solo li vede, Simeone.
E capisce. Come è folle, la logica di Dio!
Sorride, ora, Simeone, mentre prende il bambino
davanti ai due genitori smarriti. Ecco la luce!
E dice tre parole immense a Maria, per spiegarle chi è suo Figlio: “egli è qui per la rovina
e la risurrezione di molti, segno di contraddizione”.
Contraddizione nel cuore della logica umana,
rovina di idoli e illusioni,
risurrezione di tutti i germi vitali e amorosi
ai quali non riusciamo a dare respiro e terreno.
Poi predice alla madre: Anche a te una spada trapasserà l’anima. Simeone lega Maria
non solo alla croce del figlio, ma a tutta la messe di lacrime e di contraddizioni del Vangelo e
dell’esistenza.
Maria, non sei esente dal patire. La fede non produce l’anestesia del vivere. La fede e la
santità non sono, per lei come per noi, una assicurazione contro la sofferenza o i lutti o le
disgrazie. Il dolore ti legherà a tanti, a tutti i trafitti da spada, perché il dolore non vuole spiegazioni, ma solo condivisione.
E se la spada sarà contraddizione alla vita, e sembrerà rovina, verrà nel terzo giorno la terza
parola di Simeone: risurrezione.
Anche Maria e Giuseppe, che sono i più prossimi a Gesù, hanno bisogno della parola rivelatrice per poter comprendere ciò che, in Gesù, Dio ha fatto per gli uomini.
Anch’essi si meravigliano e si stupiscono.
La loro fede scopre e riconosce le profondità della sapienza e dell’amore di Dio.
Per quanto si possa comprendere la pienezza delle imperscrutabili ricchezze di Dio, rimane
sempre in misura ancora maggiore ciò che supera la nostra capacità di comprensione.
 

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