Giuseppe, discendente di Davide, già promesso sposo di Maria, ha avuto la vita sconvolta
dal progetto di Dio; per questo grande è la sua fede, che dovette superare un travaglio carico
di angoscia.
Il sogno che portava nel cuore era - come quello di ogni giovane di Israele- di avere
dalla donna che amava, una sua discendenza; mancava solo che si compisse il tempo legale
del fidanzamento, per celebrare le nozze e iniziare la nuova vita di famiglia.
Ma d’un tratto i segni di una gravidanza hanno sconvolto tutti i suoi progetti e caricato
di perplessità e di ansie i suoi giorni.
L’evangelista, con toni sobri, racconta il dramma di quest’uomo, che da una parte deve
obbedire alla legge giudaica, che imponeva di condannare a morte la giovane madre, ma
dall’altra sente vivo amore per lei, misteriosamente incinta.
Anche la soluzione meno drastica - rimandare Maria in segreto - non lo lasciava tranquillo; persino nel sonno era tormentato da questa dolorosa e preoccupante vicenda.
Il Vangelo ci dice che “era giusto”,
non solo saggio, prudente e buono,
ma molto di più:era un uomo di fede, perché
anche se non ci è stata riportata neanche una sua parola,
tuttavia ha sempre agito mosso dall’amore,
anche quando sentì lo strazio nell’ipotesi di un tradimento...
Ma poiché non c’ è giustizia, se non in ordine a Dio, da Dio nel quale confidava, venne la
luce pacificante, il “segno”, così raccontato: “Nel sogno un angelo del Signore gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa, perché quel che è generato in
lei viene dallo Spirito Santo. Essa partorirà un figlio e tu lo chiamerai Gesù»”.
L’antica profezia nel segno della vergine-madre si avverava sotto gli occhi di questo
modesto operaio.
E Giuseppe, accogliendo la rivelazione del progetto di Dio su di lui, accantonò le prospettive cullate fino a quel tempo e superò le perplessità e le paure, per accogliere nella sua vita il
Figlio di Dio insieme a sua madre.
In realtà nella vita di ogni uomo o donna c’è sempre un momento in cui Dio si fa più vicino,
col suo “segno” - spesso solo interiore, ma chiaro - un segno che sollecita, pacifica e salva.
Nel “segno” è contenuto un progetto, una proposta,
e anche noi dobbiamo lasciarci coinvolgere,
con l’umile fedeltà di Giuseppe e con la tenera, intensa dedizione di Maria,
cioè con la fede di chi sa che l’opera che Dio compie, anche nella più oscura creatura della terra,
ha sempre una risonanza sconfinata e benefica, che supera i limiti dello spazio e del tempo.