Gesù, ricordati di me quando entrerai nel Tuo regno
Sono scandalizzati i devoti: ma che Dio è questo che lascia morire il suo eletto? Come i soldati: se sei il re usa la forza!
«Salva te stesso!». C’è qualcosa che vale più di aver salva la vita? Sì: l’amore vale più della
vita.
È un re giustiziato, ma non vinto; coronato di spine, muore amando; noi lo possiamo rifiutare, ma lui non ci rifiuterà mai.
Chi sotto la croce provoca non ha capito il suo progetto. Anche i detentori del potere mancano di umanità. Quanto sono scadenti i regni umani! Ma il piano di Dio va avanti e fruttifica,
sia che comprendiamo e accettiamo sia che non capiamo e rifiutiamo.
Siamo liberi di dire che questo è assurdo, ma anche Dio è libero di donare se stesso, nonostante le nostre chiusure.
Di che cosa hanno bisogno questi che odiano il loro re? Della pena di morte?
No, ma di un supplemento d’amore. E Dio si gioca il tutto per tutto per conquistare
l’uomo.
C’è un malfattore intuisce: “Non vedi che anche lui prova la nostra stessa pena?!...”.
Dio sulla stessa croce dell’uomo, condivide la passione di tutti ed entra nell’abisso della morte,
perché là va ogni suo figlio. Il primo dovere di chi ama è di essere con l’amato.
“Costui non ha fatto nulla di male”: bella definizione di Gesù, semplice perfetta: mai
niente di male, per nessuno, tutto, sempre e solo bene.
Fino alla fine non si preoccupa di sé, ma di chi gli muore accanto, che si raccomanda::
“Ricordati di me, quando entrerai nel tuo regno”.
Gesù fa molto di più: lo porta con sé, se lo carica sulle spalle (come la pecora perduta e
ritrovata), per riportarlo a casa, nel regno: “sarai con me!”.
E mentre la logica della nostra storia avanza per esclusioni, per separazioni, per respingimenti, il Regno di Dio avanza per inclusioni, per abbracci, per accoglienza.
Non ha meriti da vantare questo malfattore.
Ma Dio non guarda ai meriti.
Non ha virtù da vantare questo ladro.
Ma Dio non guarda alle virtù, ma alla povertà, al bisogno,
come un padre o una madre guardano al dolore e alle necessità
del figlio. Sarai con me: la salvezza è un regalo, non un merito.
E se il primo che entra in paradiso è quest’uomo dalla vita sbagliata, che però sa aggrapparsi al crocifisso amore.
Allora le porte del cielo resteranno spalancate per sempre per tutti quelli che riconoscono
Gesù come loro compagno d’amore e di pena, qualunque sia il loro passato.
Questa la Buona Notizia di Gesù Cristo!