Domenica 13 aprile 2025 • Domenica delle Palme
Quante volte sentiamo l’esigenza di tornare a casa? Si tornare a casa a conclusione di una giornata di lavoro, tornare a casa per riabbracciare la moglie, il marito, i figli, i nipoti, tornare a casa per ritrovare il silenzio e il riposo, tornare a casa per sentire parole nuove, parole di vita, parole che ci allontanano dal male subito o vissuto. Abbiamo bisogno di tornare a casa per riordinare la nostra vita e, perché no, anche per prepararla a scelte importanti.
Anche Gesù ha sentito l’esigenza di tornare alla casa degli amici di Betania sei giorni prima della Pasqua. Ha sentito l’esigenza di respirare un clima di amicizia e di fraternità, e in questo clima dare un volto a quello che Lui sentiva muoversi dentro di sé, di fronte a quella Pasqua che sarebbe diventata la sua Pasqua, la Pasqua della Chiesa. Ed ecco mentre attorno a sé Gesù vive la dimensione umana e terribile del calcolo, dalla domanda se verrà egli alla festa, all’osservazione di Giuda sul vendere il nardo usato per ungere i piedi del maestro, Gesù si lascia stupire dal gesto di amore di Maria, che spreca i trecento denari di nardo per Lui. Versa quell’olio prezioso che vale 10 volte il prezzo con la quale verrà venduto al male, unge quei piedi tagliati, secchi, sporchi anche per i diversi giorni di cammino, li unge, li bacia, li asciuga con i suoi capelli: questo è l’amore. Maria celebra l’amore che solo Gesù può donare, il profumo di vita che può sgorgare da Lui anche di fronte all’orribile mistero della morte e del male. E’ questo gesto di vita, questa apertura delle mani e del cuore che rianima Gesù, che gli da la forza di diventare Lui il servo sofferente che da la vita, che dona la vita e perdona nonostante il male e l’oltraggio subito. E la sua vita divina Gesù la dona attraverso la nostra umanità, dando quindi forza a noi, incoraggiandoci a vivere l’estrema donazione che l’amore vero può generare in noi.
La settimana santa quindi diventa la casa dove tornare a respirare il senso vero della nostra fede. La nostra fede è vita donata e amata, è vita se però veramente siamo capaci di sperimentarla, di viverla come esperienza umana di crescita. La casa è il luogo dove noi possiamo ri-vivere, ma non stando nei ricordi, nei passati nostalgici, ma lasciandoci rigenerare guardando avanti, tendendo verso la promessa di gioia che ci sta dinanzi. E la promessa di gioia che Cristo ci dona è la vita nuova in Lui, la vita di chi crede nella forza della risurrezione e della vita che vince ogni morte.
Viviamo quindi questa settimana come la settimana più intima, più “di casa” per la nostra fede, per stare con Gesù, per ri-vivere con Lui la salvezza che genera il nostro cammino, la nostra fede, e che permette di dire: Credo Signore, amen!