Ama le persone una ad una

Su ali d'aquila

Domenica 15 dicembre 2024 • V Domenica di Avvento


Perché le folle vanno da Giovanni Battista? Sembra un folle, un pazzo: uno che grida nel deserto, che mangia cavallette e miele selvatico, uno che invita alla conversione perfino il re, non sembra uno normale, anzi.

Che attrazione ha avuto il bambino della notte di Betlemme. Nasce in condizioni precarie, è accerchiato da pastori e gente povera… non sembra un re, tutt’altro… eppure che spettacolo c’è da vedere in un bambino, in una famiglia così.

Ci stiamo oramai avvicinando a Natale e forse il richiamo che la Parola in questa domenica ci esorta a vivere è quello dello stupore e della meraviglia. Non lo stupore delle cattive notizie e della lamentela, ma invece l’incanto che sgorga dal vedere il bene vero, il bene che riscalda il cuore dalla freddezza delle nostre relazioni, consumate dall’utilitarismo e dalla nostra indifferenza. La Parola ci invita a guardare a Giovanni e al bene vero che li sta a cuore: la comunione con lo Sposo da parte della Sposa, la Chiesa, il saperlo riconoscere. Giovanni così ha riconosciuto la sua vocazione: quella di preparare la strada del cuore del popolo ad accogliere lo straordinario che è Gesù. Gesù si rivela nella straordinarietà: non come Israele se lo attendeva dalla Scrittura, ma nell’umiltà del servire, nell’umiltà del donare la vita. Questa umiltà che sconvolge anche lo stesso Battista sarà il richiamo che Gesù darà a Giovanni nel momento della sua prigionia: Dio si rivela sì, ma non con le logiche umane, ma nella fedeltà alla storia della salvezza, alla storia della sua identità, che è il desiderio che tutti siano salvati, nessuno escluso. A Giovanni non resta che rimanere in ascolto della voce dello Sposo, della voce dell’atteso.

Questa quinta settimana di Avvento ci richiama pertanto a questi atteggiamenti: ascolto e umiltà. Ascoltare il Signore che si rivela nella storia di bene di tutti gli uomini, e porsi con umiltà, imparando anche a toccare la povertà della nostra terra, dando un volto a queste povertà, ma anche a saper lodare il Signore perché accanto a me mette un Precursore, un Battista che mi aiuta a riconoscere le mie piccolezze, le mie mancanze e lontananze. Ed è questa umiltà che trasforma il nostro cuore e lo rende capace di essere un cuore capace di compiere il vero bene: guardate all’avido Scrooge del Cantico di Natale di Charles Dickens! E’ la scoperta della povertà eterna in cui la sua vita stava precipitando che lo ha portato a quella conversione del cuore che rende la vita docile come quella di un bambino, capace di incanto e meraviglia.

Questo è il cuore che accoglie Gesù, che accoglie lo Sposo e crea la bellezza della Sposa: un cuore che sa amare tutti, perché in tutti trova una speranza di vita Per questa speranza Gesù ha donato la vita, per questa speranza il Precursore gli ha preparato la via, per questa speranza noi siamo discepoli e testimoni in cammino verso l’umanità intera, perché sappia accogliere l’amore vero che da senso alla vita di ogni giorno!

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