Venerdì 1 novembre 2024 • Tutti i Santi
Perché celebriamo la festa dei Santi? Sembra un po’ assurdo, in effetti: ogni santo alla fine ha un giorno del calendario in cui si ricorda la sua vita, le sue opere, il perché è diventato santo. Perché occupare una ennesima data per ricordare i santi? Non sarebbe meglio qualche altra festa più a tema moderno, a tema con il contesto triste e grigio del nostro tempo?
La liturgia nella sua sapienza ci da una indicazione già nella prima orazione, dove chiediamo al Padre per noi riuniti oggi per questa festa “di raggiungere la salvezza”. E la salvezza che cosa è? Il libro dell’Apocalisse ce lo ha dipinta come il tempo in cui noi staremo davanti a Dio e a Gesù, l’Agnello accanto a coloro che non hanno esitato a lavare le loro vesti nel sangue dell’Agnello, cioè i santi!
La risposta allora alla domanda iniziale sta già nell’inizio di questa celebrazione: noi celebriamo la festa dei Santi non per loro, ma per noi, perchè ognuno di noi nel suo agire quotidiano si ricordi quale è la meta della vita! La meta della vita non è il trattenere per noi il dono ricevuto, ma ricontemplarlo nell’Amore che dona tutto senza esitare! Ecco perchè nel suo cammino la Chiesa, cioè noi, siamo accompagnati dai santi! I santi come amici, uomini e donne, ragazzi come noi di ogni tempo, ci ricordano la bellezza di vivere nell’amore di Gesù che scopre il suo essere, la sua vocazione, mettendosi totalmente in ascolto del Padre!
I Santi ci ricordano che le fatiche si possono superare! I cristiani mai si arrendono di fronte ai nemici, compreso il nemico più duro, la morte. Ne è consapevole Paolo, che nella sua lettera alla comunità di Roma sta attraversando il mare incarcerato. Paolo che si è lasciato inondare dalla luce del Risorto sa bene cosa vuol dire morire per vivere in Cristo. Ed è in seno a questa esperienza personale che Paolo può scrivere che niente, nemmeno il più potente della terra, nemmeno Satana ci può separare dall’Amore di Cristo, se rimaniamo fedeli a questo amore!
I Santi ci consegnano la regola di vita del cristiano nella pagina delle Beatitudini di Matteo. Le beatitudini, infatti, ci ricordano la bellezza di dare un senso al nostro agire, in questo caso il senso del modo di amare di Gesù. Non un fare posticcio ed emozionale, ma un agire che si lascia inondare da quell’amore di Gesù che mette sempre al centro la persona, la vita e poi il motivo per cui compiamo questo agire. Ci troviamo invece molto spesso ad agiare per i nostri scopi, ad agire come delle macchine, e non mettendo al centro il cuore, a rendere il nostro agire un azione che sa di Vangelo, che sa di quella Parola che è Gesù. Se tutto ciò è una perdita per un mondo che si accontenta della morte e dei suoi effetti, per noi diventa la vera consolazione, la vera ricetta di felicità, la regola per essere felici sempre!
Nella preghiera del Prefazio tra poco pregheremo così: Verso la patria comune,
noi, pellegrini sulla terra, affrettiamo nella speranza il nostro cammino. Questo è il dono della festa dei Santi: una festa per accendere la speranza della nostra fede, nel credere sempre che la vera ed unica parola del nostro cammino non è la morte, ma la vita, la vita nell’Amore e nella sequela dell’Amore di Gesù. Ed è in questo amore che troviamo riposo, pace, serenità, desiderio di una autentica felicità non delle cose, ma del cuore, la felicità del cuore che non si trattiene per sé, ma si continua a donare fino al pieno compimento nell’Amore del Figlio.