Eucarestia: invito alla missione

Su ali d'aquila

Domenica 27 ottobre • I dopo la Dedicazione


Il Signore apparve. Come agli Undici, anche a noi il Signore appare. Appare nella forma del pane spezzato, del pane condiviso. Appare nell’Amore che non trattiene nulla di sè, ma dell’Amore che si dona e si spezza per amore. E cosa ci suggerisce a noi in questa domenica il Signore.

  1. Ci richiama rispetto alla durezza del nostro cuore. La durezza del cuore porta a non credere, porta cioè a non aprirci. Cosa chiude il nostro cuore? Noi diciamo spesso e sempre che non abbiamo tempo, che la nostra vita è piena di occupazioni. La verità però sta in mezzo. Certo la nostra vita può essere frenetica per la scelta di vita e la scelta lavorativa, ma il resto ce lo aggiungiamo noi. E lo aggiungiamo noi perchè crediamo che dobbiamo vivere l’unicità della vita, riempiendola di impegni, occasioni,…. La verità però sta nell’imparare a gustare la nostra vita, a partire dalle nostre ferite e errori. Sì noi riempiamo la nostra vita perchè vogliamo fuggire, abbiamo paura di quella melodia del silenzio che ci aiuta a frenare, ci ferma e ci ricorda chi siamo. Davanti agli occhi di Dio e della Chiesa come madre nessuno deve sentirsi giudicato, ma amato e amato a partire dalle ferite che ha, perchè è in quelle che sperimenterà la forza vera della vita, il morire e il risorgere di Gesù, il suo amore per noi che diventa e deve diventare il nostro stile di vita.
  2. Ci invita a proclamare con la vita la sua Parola. Ci invita ad andare verso tutti, non verso quelli che vogliamo noi. Ci invia con la forza del suo Spirito, quello spirito che ci invita a riconoscere il bene dal male, quello Spirito che ci invita a fare di ogni incontro una occasione di annuncio del Vangelo. Annuncio non a parole, ma con quello stile di vita capace di ascolto e accoglienza, capace di farsi vicino alle ferite, capaci di guarirle con il dono della vicinanza e dell’amore, capace di accompagnare verso un autentico discernimento di vita. Il Signore nella missione non ci lascia soli, ma è proprio nutrendoci del suo amore, nutrendoci della sua presenza viva che noi possiamo diventare il segno credibile che questa presenza trasforma la vita e la rende una vita di pasqua, una vita eucaristica!
  3. Ci invita a sostare nella preghiera. La preghiera diventa il contesto di quella sosta che aiuta a ricentrarci sull’essenziale, a pregare per le situazioni dove nessuna forza umana può risolvere, a saper coltivare la speranza nell’agire di Dio che è conversione del cuore e ringraziamento. La forza della preghiera è la forza con la quale i santi hanno saputo sostare davanti alle difficoltà, hanno saputo non lasciarsi travolgere da esse. Ed è questa la forza che sarà la forza del nostro essere chiesa più piccola, ma più vera, perchè metterà al centro veramente la vita dell’uomo e il suo autentico bene!

Il Signore agiva con loro e li confermava nella Parola: è l’augurio di bene che ci facciamo in questa liturgia domenicale, l’augurio di saper sempre vivere la missione con un cuore aperto alla forza del Risorto, alla sua vita che si spezza per noi e che ci invita anche noi ad essere eucarestia, a vivere un amore senza confini!
 

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