Il cammino della Chiesa

Su ali d'aquila

Domenica 20 ottobre • Dedicazione del Duomo


Quante volte sentiamo dire “io sono credente, ma non praticante”; oppure “io credo, ma non nella Chiesa”. Davanti alla prima affermazione, il cardinale Martini diceva: non conta essere praticanti o non, l’importante è essere pensanti! Sì perchè in entrambe le affermazioni stiamo dicendo una grande sciocchezza, che da una parte maschera il nostro modo di vivere la vita, un modo che tende al lassismo, non solo nel vivere la fede, ma direi ogni vocazione, anche quella religiosa; dall’altra, invece, smentisce quella affermazione della nostra fede “Credo la Chiesa”!

Chi si fa portavoce delle affermazioni che abbiamo appena citato è un po’ come i giudei del Vangelo. Hanno visto le opere di Gesù, i suoi miracoli, hanno visto il modo e il messaggio che Gesù porta con sè, un messaggio totalmente rivolto al Padre e non a sé, eppure il loro cuore è duro, freddo, come se avessero loro in tasca la soluzione, come se ciò in cui credono bastasse. La fede non è per la gente che desidera stare sul divano, la gente che desidera ricevere e basta, la gente che desidera l’immobilismo. La nostra fede, invece, è una continua crescita, ma non verso noi stessi, verso l’alto e verso l’altro, in ogni stagione e tempo della vita.

Se guardiamo al nostro Duomo, di cui oggi celebriamo la festa, la nostra Chiesa madre è espressione di questo cammino dove ci spogliamo di noi stessi, per tendere sempre di più a quel legame con Gesù e in Gesù a quel legame che lui vive con il Padre. Come Gesù nelle difficoltà del suo ministero (basti pensare a quanto a livello umano sia stato pesante per lui portare sempre questa durezza del cuore dei giudei) ha sentito sempre la vicinanza del Padre, nel nostro cammino mai siamo soli. Quando ci fermiamo in piazza Duomo a guardare la cattedrale, ci stupiscono sempre le sue numerose guglie, quasi come se fossero un invito a guardare il cielo, a lasciarsi abbracciare da quella presenza di Dio che allieva la fatica, che ci fa rialzare, che ci dona uno sguardo di vita. Le guglie del duomo rappresentano i santi: nel cammino verso Cristo noi non siamo soli, ma siamo dentro la compagnia dei santi e delle persone che già vivono la liturgia del cielo, e in particolare con Maria, la mamma di Gesù, che con il suo sguardo celeste, ci invita a portare nella vita la sua piccolezza, la sua umiltà, ma anche la forza della sua fede.

Il duomo di Milano, però, nasconde un segreto unico. Sotto l’attuale pavimento ci sono le due chiese di Santa Maria e Santa Tecla con il relativo battistero. Noi camminiamo sopra un tesoro antico, direi sopra il cammino dei nostri padri. Di più: camminiamo sul fondamento che è Gesù. Essere Chiesa vuol dire questo: imparare ogni giorno ad aprire la porta della nostra vita a Gesù e al suo modo di amare. Essere Chiesa vuol dire lasciarsi stupire dall’agire del Padre e del Figlio, dall’agire creativo dello Spirito che ci invita ad osare, che ci invita non a essere immobili, ma a cercare a lasciarsi cercare, ad andare in profondità e non a restare in superficie. Lo Spirito ci aiuta a rileggerci, ci aiuta a guardare a ciò che conta, ci invita a superare le ferite non facendo finta di niente, ma imparando a essere anche noi uomini e donne della Pasqua, uomini e donne di risurrezione.

Gli uomini e le donne della Pasqua sono animati dalla luce della speranza e di fronte alle fatiche e al buio di ogni tempo sanno reagire sempre confidando nel fatto che il magis, il di più, viene da Dio, viene da quel Signore che non lascia soli i discepoli! Gli uomini e le donne della Pasqua sono i cristiani!

E quindi alla domanda su “Chi è la Chiesa?” o alle affermazioni sterili dobbiamo dare una risposta che, più che una parola, è una testimonianza: la Chiesa è il popolo di Dio, i discepoli di Gesù che illuminati dalla sua Luce, portano questa luce in ogni angolo della terra, in ogni ambito dell’esistenza, in ogni contesto di vita. Essere Chiesa vuol dire essere di Gesù, vuol dire essere portatori della sua luce, di una luce che dona speranza, fiducia nell’uomo, di una luce che aiuta ad alzarci dalle tenebre e ad essere pellegrini verso la pienezza del cielo, verso la pienezza della Sua Gloria. E se questo è un cammino di cielo, perchè rifiutarlo?

 

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