Credere: un esercizio di ascolto

Su ali d'aquila

Domenica 22 settembre 2024 • IV Domenica dopo il Martirio


Basta, Signore! Quante volte in maniera esplicita o implicita ci siamo rivolti così a Dio! Basta Signore, non ce la faccio più, a vivere una relazione matrimoniale fatta di continue difficoltà, basta Signore non ce la faccio più a vivere un ministero segnato da continue osservazioni, critiche, basta Signore. Anche Elia a espresso tutte queste affermazioni con quel desidero morire. Sì quando il nostro cuore cade nel lamento che soffoca la vita, la morte desidera avere il sopravvento, portando a negare ciò in cui crediamo, ciò in cui abbiamo investito la vita, energie, forze, desideri. La morte ci propone una vita che però deve distruggere le scelte compiute, ci propone un piacere momentaneo, che però non ha sbocchi lunghi, ci propone soluzioni che portano poi a un maggiore vuoto dentro di noi.

Alzati, mangia! La risposta di Dio ad Elia e a noi, invece, non è la risposta che ci chiude, ma che invita noi e gli altri a ritornare ad essere uomini del cammino, uomini della vita che si nutrono della forza della vita. La forza della vita che il Padre ci dona è la vita stessa di Gesù, vita che ha vissuto come noi, con gli stessi sentimenti, emozioni. Gesù vive una vita come la nostra, ma la rilegge, la rilancia, per aiutarci a capire la via di vita, il nutrimento che il Padre non smette mai di dare ai piccoli del Regno, a ciascuno di noi.

Gesù invita ad andare oltre l’apparenza che porta di pancia a reagire con negatività, invita invece ad un esercizio che nella nostra frenesia manca: l’ascolto. Ascoltare: in casa, a tavola, con gli amici, ascoltare per imparare ad ascoltarsi. Viviamo questa liturgia vicini alla festa di S. Matteo. A Matteo Gesù ha donato il ministero dell’ascolto che passa da uno sguardo che va oltre l’apparenza, che sa cogliere il cuore delle persone nelle fatiche e nelle gioie. Se penso in questi giorni ai fratelli e sorelle che hanno vissuto la loro Pasqua, a partire da don Remo, rivedo questo sguardo del buon pastore che è uno sguardo che vive del desiderio che ognuno scopra la vita vera, bella ed unica che ha, che riscopra la sua vocazione a come rendere la vita un autentico capolavoro, l’opera autentica di bellezza che Dio desidera per noi e per i fratelli.

Questo ascolto verso i fratelli, però, si nutre dall’ascoltarsi, dall’ascoltare i passi del nostro cammino per saperli affidare al Signore, nella preghiera e nella grazia dei sacramenti. Il primo che compie questo duplice movimento è Gesù: si ascolta e si consegna al Padre, si ascolta e ascoltando il compimento della sua vita, si consegna con il rendimento di grazie dell’ultima cena, si consegna nell’Eucarestia. Ascoltarsi per rendere grazie, per vivere la direzione della vita in Dio: questo è il percorso spirituale che l’Eucarestia attiva in noi ogni domenica, rilanciando il desiderio di vivere in pienezza la nostra vita, di vivere la pienezza del nostro cammino alzando lo sguardo a Gesù e non abbassandolo alle nostre delusioni.

Il pane della vita che è Gesù, l’eucarestia, sia quindi la strada che alimenti sempre la nostra fede, chiamata alla vita e a non arrendersi di fronte al male del mondo, ma a sapersi affidare a quella vicinanza di Dio, a quella grazia che rende la nostra vita ogni giorno un segno vivo della presenza di Dio in mezzo a noi!
 

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