Ci vuole un cuore... che desidera l'unità

Su ali d'aquila

Domenica 7 luglio 2024 - VII Dopo Pentecoste


Signore se tu avessi fatto, avessi potuto, se tu! Quante volte incominciamo così la nostra preghiera. Un lamento soffocato dalla tristezza, dal dubbio, dal peso che altri o le situazioni che viviamo ci danno! Un lamento che apre anche spazi di incredulità, di fatica a riconoscere il vero volto di Dio. Signore se tu.

La Parola di questa domenica come una grossa pietra, come quelle lanciate dal Signore su Gabaon, ci dice: basta! Basta con questo pessimismo, con questa frustrazione lamentosa, basta con il lamento che muore in sè. Non avere paura: così Dio invita Giosuè a confidare nella sua presenza che salva, che protegge, che guida il suo cammino e il cammino del popolo. E’ un invito a confidare nella sua presenza vera, reale, sincera, una presenza che orienta a riconoscere nella verità come senza il Signore, senza l’amore disinteressato che punta solo al vero e autentico bene noi non siamo niente.

Senza l’amore vero non siamo niente, anzi! Saremmo schiacciati dai nostri continui lamenti, che sempre di più metterebbero in discussione tutti i nostri legami. Perchè le nostre comunità non sono attraenti, non piacciono? Perchè sono troppe le voci che parlano male, sono troppi i comportamenti che non parlano dell’agire vero di Dio che educa e prende per mano un popolo, correggendolo e indicandogli la strada della vita vera. E la strada della vita è una sola: è Gesù, la sua persona, il suo modo di essere, di stare nella nostra umanità con la sua divinità. Insomma, l’unità della persona.

Quando noi viviamo delle divisioni interiori queste si estendono nelle nostre relazioni, nei nostri legami e rischiamo quindi di cadere nelle malattie dell’io salvatore e dell’io giudice. Quando viviamo queste malattie, allora è il segno che noi non siamo veramente uniti, che noi stiamo vivendo una fede che è un profumo leggero, una fede che alla fine viene schiacciata dalla nostra persona.

Gli uomini e le donne di fede, invece, sono uomini e donne che cercano in Gesù e trovano in Lui la via per affrontare il quotidiano e le sue sfide. Il cuore di Gesù tende sempre all’unità, all’unità con il Padre e all’unità con noi. E’ nel tendere a questa unità che Gesù da e dona la vita vera, che Gesù non si lascia schiacciare dalle logiche che animano la nostra fragilità umana e di riflesso il nostro mondo.

Ci vuole un cuore… che desidera l’unità interiore con Dio e esteriore con i fratelli perchè sia un cuore credente, un cuore che dia una testimonianza che educa, che aiuta a crescere, che aiuta a credere e a vivere come scelta il vero amore che rende felice: l’amore che non chiede niente, che non si mostra sulle piazze, l’amore che rivela il volto di Dio!
 

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