Guardini, circa mezzo secolo fa, diceva: 'Nella liturgia il Lògos ha la preminenza che gli spetta sulla volontà. Di qui la sua calma profonda, che si risolve in contemplazione, adorazione, esaltazione della verità divina, insieme alla sua apparente indifferenza alle piccole miserie quotidiane'. Non aveva la preoccupazione di «educare» e insegnare la virtù. 

Ma per la maggior parte dei giovani d'oggi una realtà che non sappia mostrare la sua “preoccupazione educativa” e che appaia come “indifferente alle piccole miserie quotidiane” non è intelligibile.

Non lo è per il distante, che non rifiuta di parlare di fede qualora essa gli risulti esistenzialmente interessante. Né per il saltuario che non ha il tempo di “pensare alle stelle” (e qui siamo già al 90% dei giovani italiani). Neppure per gli assidui (sia “tradizionalisti” sia impegnati), che non pensano alla liturgia prima di tutto.