Domenica 19 maggio 2024 - Pentecoste
Che cosa è lo Spirito Santo? Come faccio a riconoscerlo? Di fronte a queste domande i teologi inizierebbero a spiegare lunghi trattati di storia e di controversie, ma non è questa la sede. Se un bambino ci facesse queste domande, come risponderemmo noi? Trovo nella Parola di questa solennità tre tratti per descrivere lo Spirito Santo.
- Lo Spirito Santo è un dono frutto dell’amore. Non tutti lo capiscono, perchè non tutti amano nello stile di Gesù. Essendo un dono di Gesù, questo dono ci chiede un cuore come quello di Gesù disposto ad amare senza avere niente in cambio, di amare sapendo di non essere soli. Ed è questo amore che lo Spirito continua a donarci nella storia di tutti i giorni, aiutandoci a riconoscere nel mondo il bene dal male, a saperlo distinguere, per stare nel mondo, ma non con lo stile fluido e confuso che esso ha, ma in quella verità che sa discernere con sapienza i passi giusti. E i passi giusti sono quelli che danno vita, che sanno dare vita senza togliere niente, ma sapendo valorizzare veramente l’uomo per il dono che è.
- Lo Spirito Santo rivela a ciascuno di noi il dono che è. Ognuno di noi ha un dono speciale, e Paolo nella lettera ai Corinti ci ricorda come è nel dono che siamo che si rivela una particolare forma dello Spirito. Tutte queste forme, però, ci ricordano quale è il frutto dello Spirito: nella diversità lo Spirito è garante di una autentica unità che è comunione e condivisione di quello che siamo. La Chiesa può definirsi tale se vive questi doni dello Spirito, noi siamo Chiesa se tendiamo a quel camminare insieme che valorizza le diversità, non elevandole come degli scudi per difenderci, ma tendendo invece a ciò che è buono, che è giusto, tendendo a ciò che è sempre un segno di vita. E noi siamo vivi se alle diversità non chiudiamo le porte del nostro cuore e delle nostre scelte, siamo vivi se valorizzando i diversi carismi tendiamo sempre a quella unità della Chiesa, valorizzando la sua cattolicità, cioè la sua universalità.
- Lo Spirito ci invita a professare con coraggio la nostra fede. Il coraggio dello Spirito è come il vento che soffia forte e ti spinge ad andare oltre, ti spinge a prendere le strade della vita, a saperle vivere e affrontare. E quel vento impetuoso che ha invitato Maria e i discepoli a uscire dal cenacolo, a non tenere per sè la vita di quei 50 giorni con Gesù risorto, ma a saperli condividere, a saper spezzare i suoi insegnamenti e il suo amore per l’umanità a tutti, nessuno escluso. E’ nel coraggio dello Spirito che la Chiesa diventa apostolica, cioè capace di annunciare il Vangelo con coraggio anche agli estremi confini della terra, la Chiesa diventa apostolica ed è apostolica, non accondiscende il mondo, ma con la creatività dello Spirito dona sempre nuove strade e spunti perchè il mondo cresca e accolga la novità continua che è Gesù.
Questi tre doni dello Spirito ci ricordano alla fine chi è il cristiano. Il cristiano è sempre un uomo o una donna con il cuore giovane, con il cuore capace sempre di rileggere il tempo, di non lasciarsi abbattere dal tempo, ma capace di saperlo vivere con una creatività sempre nuova, sempre capace di intraprendere nuove strade, mai di arrendersi e arretrarsi. E su questo aspetto noi come comunità dobbiamo farci un serio esame di coscienza: non è che noi ci stiamo sottraendo alla forza dello Spirito? Non è che noi nel nostro lagnoso lamento stiamo impedendo allo Spirito nuovi passi di creatività? Non è che nelle nostre paure costruite e puntigliose ci stiamo dimenticando il coraggio di osare sempre nuove strade di evangelizzazione?
Vieni Spirito Santo, discendi sui nostri cuori, e infondi la giovinezza che solo Cristo può donarci: la giovinezza radicata nella verità, radicata nella Vita che è Dio, Vita che vince sempre la nostra morte, Vita che vince le nostre paure, Vita che vince perchè ama e nell’amore ama ogni uomo e ogni sfida del suo tempo.