Dove è dubbio e errore, ch'io porti fede e verità

Su ali d'aquila

Domenica 10 marzo 2024 • IV Domenica di Quaresima


Chi ha peccato? La domanda che i discepoli fanno a Gesù è terribile. Sembra che una malattia sia causa di uno sbaglio, di un errore, sembra che a Dio piaccia dare castighi e punizioni. E purtroppo una certa mentalità del popolo ebraico, ma anche tra noi cristiani pensiamo così, purtroppo ancora oggi. Anzi speriamo che non capiti a noi una malattia, una disgrazia, insomma Dio dovrebbe pesare chi è giusto e chi è sbagliato.

La Preghiera Semplice che ci sta accompagnando in questo tempo di Quaresima però ci dice: dove è dubbio ed errore, che io porti fede e verità. In effetti quel giorno Gesù ha donato la vera interpretazione del volto di Dio. Il Dio che desidera con il suo popolo e consacrato colloquiare, dialogare, può desiderare la sua morte, il suo male? Gesù nel vangelo dice chiaramente invece che la condizione del cieco non è legata tanto alla sua storia, anzi da quella condizione nascerà un nuovo modo di vedere il volto di Dio.

Gli strumenti con la quale Gesù dona la vista al cieco sono la materia con la quale Dio ci ha creato: dalla polvere, dalla terra noi siamo tratti, dalla polvere della cecità del cieco nato Gesù dona a lui la guarigione piena e non solo! Gli dona il desiderio di ricercare, capire chi è Gesù.

Nella dialettica tra il cieco e i farisei vediamo alla fine la dialettica di sempre, tra chi desidera capire che cosa centra Dio con la propria vita, cosa desidera da noi, e chi invece desidera mettere Dio in uno degli angoli della nostra vita. Per i farisei questo è Dio: un motivo per il loro prestigio, per tutelare quello che sono, la loro identità. Per il cieco, invece, Dio va oltre la mera riduzione nelle norme e nella legge: è un volto da scoprire, a cui tendere.

Maria e Giovanni nel crocifisso di San Damiano, nella serenità e delicatezza dei gesti e degli sguardi, tendono il loro dito verso l’amore. Maria ha compreso lentamente chi era il Figlio Gesù, e così anche Giovanni, nella lenta sequela. Giovanni, ma direi ogni discepolo amato e che soprattutto desidera accogliere un Dio così: un Dio che all’apparenza è sconfitto, un Dio che in verità è pienezza di vita, è amore e che non vuole che l’ultima parola sia la morte.

La morte è la soluzione facile ai problemi di qualsiasi tipo, la vita è la soluzione difficile, ma è quella che dice la nostra identità di viventi, ma soprattutto di discepoli del Signore. E Gesù non dona non solo una vita fisica, ma anche una vita spirituale: Gesù a quell’uomo allontanato dal tempio ridona quella fede che i farisei hanno tentato di strappargli, ridona quella fede che da luce al cammino. Fede che si fonda sul volto veritiero di Dio, colui che ha incontrato l’uomo in tutta la sua verità nel Figlio Gesù.

Lasciamoci allora anche noi strappare dal nostro dubbio, dai nostri modi errati di vedere Dio. Invochiamo S. Francesco e tutti i santi perchè ci aiutino a imparare a fidarci della sua voce e di quella luce che è il Signore.
 
 

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