L'arte di far domande

Su ali d'aquila

Domenica 17 settembre 2023 • III dopo il Martirio di Giovanni


Chi dite che io sia? E’ una domanda quella del Vangelo di questa domenica che Gesù continua a porre alla sua Chiesa, che continua a porre a ciascuno di noi. Quanto è difficile la risposta! Difficile perchè anche se cerchiamo di rileggere in profondità la nostra vita, anche se cerchiamo di dare un nome e un volto a Gesù, non riusciamo ad avere una piena risposta. Forse perchè la pienezza della risposta che Pietro da “Tu sei il Cristo” la comprenderemo un giorno, quando anche noi come chi ci ha preceduto vedremo veramente la pienezza della sua divinità e umanità.

In questa ricerca tuttavia ci possiamo chiedere: dove, in quali luoghi possiamo sempre di più comprendere il volto di Gesù? La Parola ci da alcune coordinate.

La prima è quella di una comunità che cammina! Una comunità cioè che non rimane arroccata sui suoi problemi, una comunità che di fronte alla sofferenza e alle ferite la smetta di piangersi addosso e cerca nuove strade, ma sempre custodendo l’unità dei suoi membri. Il popolo di Israele potrà essere di nuovo un popolo pieno della presenza di Dio se saprà custodire l’unità dei suoi membri. L’unità dei membri non è solo l’unità di alcuni, ma è l’unità di tutto un popolo, l’unità della Chiesa per noi. Dobbiamo domandarci come ci vedono fuori, e penso che alcune volte le nostre divisioni, le parole di troppo, i reclami di alcuni poteri insensati sono questi che dividono, che allontanano i fratelli dall’incontro con Cristo. Questo è un peccato a mio avviso grave, un peccato che ferisce veramente il volto di Cristo.

La seconda coordinata è conseguenza della prima: una comunità che sa perdonare, cioè che sa rimettere in gioco la vita dell’altro per il dono che è. Questo una comunità lo può fare e vivere perchè riconosce l’altro per il dono prezioso che è, per il suo talento e non il suo errore. E lo riconosce come Gesù riconosce il nostro volto, riconosce il volto di chi lo ha rinnegato e tradito: non come un giudice severo, ma come compagno di quella strada che è pronto sempre a tenderti la mano. Quante volte siamo capaci di perdonare come Cristo? E anche in questa assenza che non si rivela il volto di Cristo in noi, è questa assenza che porta una comunità a impoverirsi.

L’ultima coordinata è l’incipit di questa riflessione. E’ la domanda che Gesù si pone sulla sua identità, su come è percepita. Questa domanda dovremmo girarla su di noi, sul nostro modo di essere discepoli. Perchè forse è da questo esame di coscienza serio, forse è dal comprendere la distanza del mio linguaggio, del mio modo di vivere la fede da quella dei miei nipoti e figli, che posso scoprire come ancora oggi io posso rispondere a questa domanda solo se ho un cuore aperto ad accogliere il Maestro e quello che il Suo Spirito mi vorrà indicare nella strada della vita. E se riscoprirai il vero senso della tua vita, tu diventerai una sorgente di vita per chi oggi non è qui, per chi oggi è lontano, non perchè saprai rispondere alle loro domande, ma perchè la tua vita sarà la più grande risposta alla loro vita!
 

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