Sommario:
«Non trovo un’altra immagine che quella di un fatto assolutamente inaspettato», dice il neovescovo, il più giovane - coi suoi 54 anni, non ancora compiuti - della Diocesi.
Come successore degli apostoli ogni vescovo garantisce, anzitutto, la trasmissione di ciò che noi, a nostra volta, abbiamo ricevuto. Quindi il compito fondamentale è quello di mostrare come la presenza di Dio in Cristo, in forza dello Spirito, continui nel tempo.
Siamo servi inutili, inadeguati, e perciò liberi e sciolti nel presente, umili e grati per il passato, capaci di gratuità per il futuro.
Ma invece la gioia di Dio è anche per te, alla festa di Dio sei invitato anche tu! Forse c’è chi pensa: è impossibile: io sono cattivo, ho sbagliato, non riesco non voglio rinunciare ai miei vizi. Ma invece Dio continua ad amarti e ad avvolgere la tua vita del suo amore misericordioso
«Gaudium Domini fortitudo vestra», la stessa espressione che qualche volta si sente dire alla fine della messa (nella liturgia romana): “La gioia del Signore è la vostra forza”
La carità non è il frutto di una emozione momentanea, ma è l’espressione dell’amore operante. Per questo la Chiesa deve aprirsi alle “novità” nell’esercizio dell’amore fraterno
Il Risorto si fa incontro a Maria di Màgdala che sta cercando il corpo di Gesù, la chiama per nome e si fa da lei riconoscere.
Richiama il significativo passo della Lettera agli Efesini di san Paolo (Ef 3,17-19), ben sintetizza lo stile di questo Pastore della Chiesa universale chiamato da Papa Francesco a far parte del Collegio Cardinalizio durante il Concistoro del 22 febbraio 2014
Tutta la vita di questo Vescovo è stata segnata dalla Parola, studiata, insegnata, predicata in mille modi.
Non era solo alto di statura, da longobardo, come si è autodefinito. Ma aveva una grande statura di personalità, al punto da incutere talora, in chi non era ancora entrato in confidenza con lui, un certo timore riverenziale, o almeno una certa soggezione. Anche i Grandi sapevano chi avevano davanti”.