Sommario:
C’era una volta un principe che per trovare la sua sposa chiese a tutte le ragazze del regno di proporsi: “La più degna colpirà il mio cuore e diventerà mia sposa”.
È più comodo, più facile, più appagante manipolare situazioni e persone per servirmene a mio comodo e vantaggio. Sta qui anche la radice di ogni guerra, non solo internazionale ma pure casalinga, familiare, sul pianerottolo o al lavoro
Qualcosa fa corto circuito. È chiuso su di sé e tutto ruota attorno al suo “io, io, io”. Il pubblicano invece, dall’ombra sua fragilità, balbetta un “tu”. Il contrario di “io, io, io” è “tu, tu, tu”.
È il modo in cui ti rendi felice che mostra agli altri come renderti felice. È il modo in cui dai valore a te stessa che insegna a te come dare valore agli altri e agli altri come apprezzarti. Diventa qualcuno che si ama bene e non sarai mai amata male”.
Tra gli alti e bassi della vita la beatitudine è un’altalena:
quando sei su, ti aiuta a prendere le stelle e quando sei giù, ti permette di seminarle. Beato non è chi è senza problemi, preoccupazioni, fatiche, ma chi sa che non è solo e quindi può attraversare tutto.
La presenza di Gesù scuote il “solito” di Nazareth: “gli occhi di tutti erano fissi sopra di lui!”. C’è in lui qualcosa - un guizzo, una scintilla, un’energia - che sa trasformare quelle parole “solite” del solito profeta Isaia in un messaggio “nuovo”
Uno studente chiese all’antropologa Margaret Mead quale riteneva fosse il primo segno di civiltà in una cultura. Si aspettava invenzioni di ruote, macine di pietra, strumenti di ferro, scritture o pitture rupestri. Invece rispose: un femore rotto e poi guarito.
Quante volte nella vita sociale come in famiglia noi recitiamo una parte solo per piacere agli altri. E quante volte le maschere prevalgono sui volti, le etichette dei pregiudizi sulle sfide della verità.
L'augurio della poetessa tedesca Elli Michler traduce in sentimenti il mistero della parola che si fa carne nel donarsi di Dio e nell’affidarsi dell’umanità in Maria. Dio ha trovato tempo per me e io non lo trovo per me stesso.
Gesù non è nato il 25 dicembre. Non si conosce la data esatta. Ma noi non celebriamo il “quando”, ma il senso di ciò che è avvenuto. Molto più significativo, ma anche più bello e curioso.