Domenica 04 giugno 2023 • SS. Trinità
“Non conosco Dio, per questo non credo”. Questa è una obiezione del nostro tempo. Ma è vera? Certamente ognuno di noi ha la sua storia, fatta di gioie e di sofferenze e nelle sofferenze può sorgere giustamente l’esclamazione che sentiamo anche dalle sorelle di Lazzaro di fronte alla sua morte “Signore se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto!”. Questa esclamazione è però il frutto di una morte, di un dolore, di una sofferenza… ma Dio è veramente così insensibile, così nascosto soprattutto nei momenti salienti del nostro cammino? Ci lasciamo provocare dalle letture di questa domenica, che possono essere un iniziale spunto per una ricerca profonda.
Io sarò con te. Questa è l’affermazione che sentiamo da Dio verso Mosè, di fronte la mandato che Dio stesso sta donando a Mosè. Io sarò con te, non avere paura di Faraone, della ribellione che il popolo avrà con te, io sarò con te. Io sono con te perché tu mi hai cercato, perché tu ti sei messo in ascolto del tuo desiderio. Possiamo ascoltare la presenza di Dio se anzitutto abbiamo la stessa curiosità di Mosè, che lo ha portato a domandarsi sul monte Oreb perché quel roveto non bruciava. Accendere il desiderio vuol dire avere uno sguardo che punta sempre in alto, che riconosce le stelle, l’orientamento del cammino e che gli da un senso. Quel giorno Mosè ascoltando il suo desiderio carico di curiosità ha ripreso in mano la sua vita, la sua storia ferita, e l’ha ripresa in mano con una certezza: il Signore è con me! Questo è il desiderio di Dio: che ogni giorno riscopriamo la nostra storia come una benedizione, come un segno di bene in questa terra ferita dal male.
Per vivere ciò il Signore ci dona il suo Spirito. Lo Spirito che incoraggia la nostra libertà a essere veramente capace di essere viva. Fare quello che vogliamo non è un esercizio di libertà, ma un esercizio di distruzione. Paolo invece ci dice che lo Spirito ci invita a essere come Gesù, a vedere in Lui un esempio vero di amore che si spoglia di sé per amore dell’uomo, perché anche l’uomo possa partecipare della sua divinità, possa vivere quella relazione con il Padre che lui per primo vive. Lo Spirito quindi accompagna, prende con mano la nostra libertà per renderla veramente un capolavoro. Lo Spirito è come un saggio pennello che ci invita a prendere il colore del Figlio, il colore del suo modo di stare in mezzo agli altri e con il Padre, il suo silenzio, il suo agire, la sua preghiera e a vedere in esso un modello autentico di amore che si dona tutto per gli altri e, in questo suo donarsi, si rivela il suo volto. E nel colore del Figlio che noi possiamo sperimentare l’amore del Padre. che si rivela sempre, ogni giorno, ogni ora nella nostra vita.
Penso all’oratorio estivo che inizieremo tra pochi giorni. Cosa possono i nostri ragazzi sperimentare l’amore e la bellezza dell’essere figli senza lo Spirito degli animatori e la paternità degli adulti? Penso a un figlio che nasce in una coppia: come può sentirsi Figlio senza la paternità e maternità dei suoi genitori e quello Spirito che desidera accompagnarlo nella crescita, attraverso la famiglia e la comunità? Penso a una squadra: come può sentirsi un noi senza la paternità saggia dell’allenatore e lo Spirito di quel vincere non dell’io, ma del noi che valorizzi tutti, nessuno escluso?
“Noi non conosciamo il volto di Dio”… questa obiezione è superata perché il volto di Dio lo conosciamo e lo vediamo ogni giorno. E’ solo una questione di scelta e di desiderio, una questione di vera volontà abbracciare o meno il suo volto che si rivela nel nostro quotidiano. E’ l’eterna questione se volgiamo rimanere nel nostro io asfittico, o desideriamo gustare la gioia di un noi in quel campo che è la vita vera! Basta solo alzare lo sguardo, come Mosè, e tutto il resto verrà da sé. Ma il primo passo spetta a te, spetta al tuo desiderio e alla tua volontà…e tutto il resto verrà donato in aggiunta!