Sapere per donare

Su ali d'aquila

Domenica 30 aprile 2023 • IV Domenica di Pasqua


Quante volte è capitato di approcciarci alla preghiera in un momento delicato della nostra vita, in un momento di sconforto, in un momento di desolazione e di ricerca, dove abbiamo chiesto, come anche ultima spiaggia, un aiuto a Dio. Capita di vivere così la nostra preghiera, capita di dire Signore aiutami. In questo modo di pregare si rivela nostra piccolezza, la nostra fragilità, il desiderio di sentire viva la presenza di Dio in noi. Ed è proprio in questi momenti che però possiamo sentire più viva la Parola del Vangelo di questa domenica.

Indipendentemente dalla nostra preghiera, il Signore sa cosa abbiamo bisogno. Lo sa perché nel suo cuore di Padre ci conosce, sa i passi che abbiamo compiuto, sa i passi che con i nostri doni possiamo compiere. Ed è in questa conoscenza vera che il Padre manda il Figlio Gesù come il buon pastore, perché in questa conoscenza il Figlio ci doni la sua vita attraverso tempi e modi che solo lui sa, proprio come il pastore. Il pastore sa come stanno le sue pecore, sa le loro esigenze, sa quando una pecora sta bene, sta male, è incinta, quando un agnello sta per nascere, quando ha una salute compromessa… il pastore sa perché la sua vita la donata per questo mestiere. E così è Gesù: sa come stiamo, come siamo perché è nel dono della sua vita che lui comprende la nostra umanità, le sue gioie e fatiche, le nostre fragilità. Gesù può donare la sua vita divina perché Lui si è fatto come noi, ed è in questo sforzo di essere come noi che noi possiamo essere salvati.

In questa quarta domenica di Pasqua non posso non pensare a una statuina che mettiamo nel presepe, quella del pastore… perché? Perché certamente i pastori hanno ricevuto un annuncio, il lieto annuncio della nascita di Cristo, ma non solo. Come Gesù è il buon pastore, anche noi siamo chiamati ad avere la stessa cura del pastore, la sua stessa carità. La prima comunità cristiana non ha trascurato un aspetto importante, quello dell’attenzione ai poveri e alle mense, e di fronte a un ministero che diventava sempre di più impegnativo, gli apostoli hanno compreso che per quel ministero era necessaria una nuova figura. Ed ecco la nascita del diaconato. Gli apostoli hanno avuto occhio, hanno percepito un malessere nella comunità e tra di loro, e hanno messo in gioco il dono più grande, quello dell’amore! E’ questo amore che spinge una comunità, che spinge ognuno di noi ad annunciare Cristo Risorto. Se usciamo dalle nostre chiese senza questo desiderio di annuncio, divisi nelle sciocchezze, allora non abbiamo accolto quell’amore che per tanti santi e per ognuno di noi nella sua scelta di vita è stato decisivo.

In questa domenica un pensiero lo rivolgiamo in particolare ai giovani. Carissimi forse noi non siamo dei bravi testimoni, sbagliamo nel modo con la quale vi annunciamo il vangelo, e su questo dobbiamo chiedere perdono a voi e al Padre. In questa richiesta di perdono, però, il nostro invito è forte, come forti furono le parole di san Giovanni Paolo II a inizio del suo pontificato: Non abbiate paura di Cristo! e di Benedetto XVI: Non abbiamo forse tutti in qualche modo paura – se lasciamo entrare Cristo totalmente dentro di noi, se ci apriamo totalmente a lui – paura che Egli possa portar via qualcosa della nostra vita? Non abbiamo forse paura di rinunciare a qualcosa di grande, di unico, che rende la vita così bella? Non rischiamo di trovarci poi nell’angustia e privati della libertà? Ed ancora una volta il Papa (Giovanni Paolo II) voleva dire: no! chi fa entrare Cristo, non perde nulla, nulla – assolutamente nulla di ciò che rende la vita libera, bella e grande. No! solo in quest’amicizia si spalancano le porte della vita. Solo in quest’amicizia si dischiudono realmente le grandi potenzialità della condizione umana. Solo in quest’amicizia noi sperimentiamo ciò che è bello e ciò che libera. Così, oggi, io vorrei, con grande forza e grande convinzione, a partire dall’esperienza di una lunga vita personale, dire a voi, cari giovani: non abbiate paura di Cristo! Egli non toglie nulla, e dona tutto. Chi si dona a lui, riceve il centuplo. Sì, aprite, spalancate le porte a Cristo – e troverete la vera vita.

Questo è l’augurio incoraggiante che vi rivolgiamo! Non abbiate paura di ricercare la vita vera in colui che da la vita, che la riprende, ma perché Lui è la Vita: Gesù Cristo!
 

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