Giovanni 20,11-18
1. La Pasqua è un 'passaggio'
Gesù passa dalla morte alla vita, dall’umiliazione alla gloria del Padre. Noi ricordiamo solo
i fatti storici della sua vita o un grande passaggio avviene anche in noi?
Gesù risorto si dà da fare per coinvolgere anche i suoi discepoli: coinvolge Maria
e poi la incarica di andare a coinvolgere anche gli altri discepoli: “Va’ dai miei fratelli...”.
Tutti dobbiamo essere persuasi che Gesù risorto intende coinvolgerci nel suo passaggio pasquale.
Quel che Gesù fece con Maria di Magdala, oggi lo vuole fare anche con ciascuno...
2. Gesù va 'riconosciuto'
Il risorto portò Maria di Magdala dal vedere senza riconoscerlo al vedere, riconoscendolo.
Non solo intorno a lei domina il buio, ma anche dentro di lei c'è il buio della morte, che l'ha privata
del tutto di una persona, che per lei era la ragione della sua vita. Piange perché amava molto Gesù.
Come avviene il passaggio dal vedere senza riconoscere al vedere, riconoscendo?
Gesù chiama Maria per nome e a questo punto Maria arriva a comprendere che può tornare
a vivere il suo amore al presente e non al passato e così dai suoi occhi sparisce
insieme con il velo del pianto anche la cappa spessa della morte per la perdita dell’amato.
Con quali occhi oggi sono qui a celebrare la Pasqua?.
Forse dobbiamo riconoscere che viviamo abitualmente molti aspetti della nostra vita
come se Gesù non ci fosse: e quando è così, la vita è svuotata di senso, di speranza, di amore.
Che cosa dobbiamo fare per tornare a vivere, riconoscendo la presenza viva di Gesù?
Dobbiamo fare posto in noi all’amore per Gesù, sentendoci amati, molto amati da lui.
Lasciarsi amare dal Signore, l’amore passivo, è la condizione per tornare a vedere il Signore.
Dovremmo perciò oggi e sempre avere in cuore questa preghiera:
“Amami tu, Signore. Anche se non sono amabile, anche se sono povero e ti amo poco, anche
se non lo merito, amami tu, Signore. Quando non ho voglia di amarti, quando ho paura di te
e fuggo, quando nessuno mi ama, amami tu, Signore. E mi volterò verso di te, come Maria”.
Gli eventi, che stiamo rivivendo in questi giorni del triduo pasquale,
certamente ci offrono una grande possibilità di sentirci enormemente amati dal Signore.
E se, come conseguenza di ciò, sentiamo che nei confronti di Gesù c’è meno freddezza,
allora possiamo dire che il passaggio pasquale di Gesù sta coinvolgendo anche noi.
3. Gesù non va solo 'ricordato', ma 'annunciato'
Poi Gesù portò Maria di Magdala a comprendere che doveva vivere il suo rapporto di amore con Lui
nella logica nuova della Risurrezione: “Non mi trattenere… ma va’ dai miei fratelli”.
Gesù, risorgendo, è diventato vivo, sì, ma non della stessa vita di prima, ma di vita risorta.
Il risorto non va amato rinchiudendolo nei nostri orizzonti, come si fa con i ricordi,
riducendolo a noi, ai nostri desideri, alle nostre aspettative, alle nostre prospettive:
Gesù risorto è una persona viva, più viva che mai, perché sta vivendo la vita gloriosa di Dio
e quindi non sono io che devo impossessarmi di lui per disporne a mio piacimento,
ma invece devo consegnarmi io a Lui, devo lasciarmi condurre da Lui,
secondo i suoi orizzonti, che vanno ben al di là del mio io.
Se lasciamo che la nostra vita venga coinvolta in Gesù risorto,
insieme con Lui entrerà nel nostro cuore il mondo intero con le sue attese e i suoi dolori.
E allora anche noi insieme con gli angeli e col Risorto ci faremo vicini a coloro che soffrono
ci interesseremo a loro, chiedendo: “Perché piangi? Chi cerchi?”. E avremo anche una risposta
da condividere: “Quel che cerchi si chiama Gesù, il vincitore del male e della morte!”.