Scendi per la vita

Su ali d'aquila

Domenica 05 febbraio 2023 - V dopo l'Epifania


Scendi a guarire mio figlio! Scendi prima che il bambino muoia. Il grido di questo papà è un grido disperato che si affida pienamente al Signore, di fronte alla possibile e tragica morte del figlio. E’ il grido di tanti genitori che vedono morire tra le loro braccia il proprio figlio. In questo dialogo così drammatico che il vangelo ci propone è interessante il verbo che il padre del ragazzo usa nei confronti di Gesù: scendi.

Gesù quel giorno a Cana di Galilea comprende un altro aspetto della sua identità. La sua vita non è solo una vita che si deve spezzare per, ma è una vita che deve scendere nel luogo più buio dove l’uomo si sente lontano da Dio, lontano da quella vita che è origine del nostro cammino. E non è quindi un caso l’ora in cui Gesù restituisce alla vita quel giovane ragazzo: un’ora dopo mezzogiorno. L’ora della croce, l’ora della donazione totale della sua vita per l’uomo, l’ora in cui Gesù strappa dalla morte il buon ladrone, donandogli una parola di vita e speranza: tu con me sarai in paradiso.

Accogliere la vita che è Gesù vuol dire però vivere della fede di quel padre che era funzionario del re, e quindi probabilmente un uomo non tanto attaccato alla fede ebraica. La fede del padre non è la fede dell’ultima speranza, ma la certezza che Gesù è veramente colui che dona la vita, l’origine e compimento della vita. E’ una fede pasquale la sua, una fede cioè che è stata strappata dalla rassegnazione della morte per accogliere quella pienezza di vita della risurrezione. E la nostra fede diventa ed è pasquale ogni qualvolta si genera da essa un annuncio di vita, un annuncio che è carico di promessa, di vita, di speranza, di futuro e non di rassegnazione e morte.

E’ in virtù di questa fede nella vita, nella Parola che è Dio e non in una sterile regola scritta che la fede diventa non tanto il privilegio di alcuni, ma un cammino di speranza per l’uomo, un cammino di vita piena a cui tutte le genti sono chiamate, nessuno escluso.

Nella giornata per la vita che celebriamo in questa domenica allora vediamo la promessa che è iscritto in ciascuno di noi: la promessa di vivere una vita viva, una vita che non si lascia schiacciare dalla morte e dalle sue tenaglie fatte di rassegnazione e sconforto, ma che si lascia contagiare dalla gioia piena della risurrezione, di cui Cristo è principio!
 

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