Card. Angelo De Donatis
Le parole scelte da Don Angelo De Donatis per il proprio motto episcopale, nel momento in cui è stato nominato e fatto vescovo ausiliare per la diocesi di Roma, sono tratte dal “De officiis ministrorum” [Liber 2] scritto da Sant’Ambrogio, laddove dice “Sit inter vos pax, quae superat omnem sensum. Amate vos invicem. Nihil caritate dulcius, nihil pace gratius…” (“Sia tra di voi la pace che supera ogni sentimento. Amatevi gli uni gli altri. Nulla è più dolce dell’amore, nulla più gradevole della pace”). Alla guida di un pellegrinaggio diocesano ha esemplificato: “Quante volte le nostre parrocchie si sono arroccate su false sicurezze di benessere pastorale, sul ‘si è sempre fatto così’. Quante volte ci siamo chiusi per pochi eletti, credendo di avere tutto e evitando di percorrere le strade della vita quotidiana...”.
La carità non è il frutto di una emozione momentanea, ma è l’espressione dell’amore operante. Per questo la Chiesa deve aprirsi alle “novità” nell’esercizio dell’amore fraterno: “È errato credere che ci si può santificare senza gli altri. È vero che gli altri non sono mai come li vorrei, e nemmeno io sono come mi vorrebbero loro... Ma queste sono le nostre famiglie, le nostre comunità, i nostri preti, i nostri laici. Hanno tutti i loro difetti, ma anche tante ricchezze che io non ho”.
“Come diocesi di Roma – ha richiamato da Cardinale, dopo la nomina del Papa come suo Vicario – occorre farci poveri gli uni gli altri”.
In un volume curato personalmente ha raccolto ben venti riflessioni per un percorso di meditazione sulla misericordia alla luce della Bibbia, secondo varie declinazioni: compassione, fedeltà, spazio/tempo, riposo, festa, preghiera, carità, memoria, sacramenti, correzione, vocazione, unità, debolezza, gioia”.
Queste meditazioni rivelano lo stile pastorale dell’Autore, che è caratterizzato dalla vicinanza alla gente e da un’intensa e profonda vita spirituale e suggeriscono vie concrete non soltanto per comprendere la misericordia divina, ma anche per praticarla, a misura di figli di Dio.
E anche il soggetto della copertina raffigura un simbolo presente nel suo stemma, la melagrana, che evoca un valore da porre a fondamento della Chiesa come altro nome dell’amore: l’unità. Questo frutto, citato più volte nella Bibbia, è anche simbolo del sangue versato da Cristo e dai martiri.
Come si legge nell’introduzione, questo è “un libricino agile e comodo, da portare dietro come promemoria sulla misericordia, una specie di post-it per ricordarsi la grande fortuna di essere quello che siamo per grazia di Dio e alimentare la voglia di vivere, meditare e tramandare questa bellezza e questa gioia.
È quindi un promemoria, che ci aiuta a non dimenticare quello che sentiamo,
vediamo, impariamo, viviamo e preghiamo, perché dalla misericordia non ci si stanchi mai di ripartire”