Ubi caritas libera Servitus

Stemmi Episcopali

Card. Attilio Nicora


Il cardinal Attilio Nicora non è stato uno qualsiasi. Bastino rapide e incomplete pennellate per tratteggiarne la personalità.
Così lo descrive Mons. Giuseppe Zenti, che ora siede sulla sua stessa cattedra di San Zeno a Verona: “Per parafrasare un verso famoso di Dante: “dalla cintola in su ne sopravanza una moltitudine”.
Non era solo alto di statura, da longobardo, come si è autodefinito. Ma aveva una grande statura di personalità, al punto da incutere talora, in chi non era ancora entrato in confidenza con lui, un certo timore riverenziale, o almeno una certa soggezione. Anche i Grandi sapevano chi avevano davanti”.
Aveva ricevuto da Dio il dono di una straordinaria intelligenza, potremmo dire
dello sguardo dell’aquila che adocchia da lontano con nitidezza gli obiettivi da perseguire secondo il Vangelo e, insieme, aveva la determinazione propria di un ammiraglio che sa guidare la nave in mezzo agli sconvolgimenti del mare in tempesta.
Era uomo di polso. Di governo. Anche se, al di là di apparenze non del tutto giustificate, sapeva ascoltare in profondità e mostrarsi paternamente sensibile. Era così libero d’animo da permettersi spesso di essere anche pubblicamente autoironico, come risulta dal discorso di commiato da Verona, in cui si è autodefinito: “Vescovo laico, smagato, longobardo”.
Uomo di parola qual era, ci si poteva fidare senza riserve e si poteva contare su di lui. Lo si ascoltava volentieri, per l’acutezza geniale dei contenuti, per le argomentazioni argute, profonde e convincenti, ma anche per il linguaggio fluido, forbito, navigato come era nell’arte forense: parlava come scriveva e scriveva come parlava.
Merita di essere ricordato e ringraziato come testimone e mirabile esempio, non ché maestro, di una vita secondo lo Spirito nella misura più alta e specifica nel criterio indiscusso del ministero come servizio incondizionato alla chiesa e come limpido e competente maestro della legge, civile e canonica e, prima ancora, del diritto, civile e canonico. Oltre la legge, ma non senza la legge e non al di fuori della legge.
Il Card. Nicora, già con la nomina a Vescovo, ha voluto sintetizzare in modo chiaro e forte, essenziale e penetrante, nella scelta del suo motto episcopale “Ubi caritas libera servitus” non semplicemente accostando dimensioni contrastanti ad effetto, ma mostrando e testimoniando con la vita, con rigore e sottile sagace ironia, con impavida fermezza e serena disponibilità, con scioltezza e lungimiranza creativa, che davvero stanno insieme servizio e libertà, Spirito e legge, perché – come dice sinteticamente San Paolo – “la carità è la pienezza della legge”.
Il motto tradotto in italiano rende ancor meglio il significato che intende affermare e ancora ci è riproposto: “Dove c’è amore, il servizio è espressione di libertà”.
 

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