L'Arcivescovo presenta la lettera pastorale

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Kyrie, Alleluia, Amen


Forse anche qui in questa comunità pastorale sono diffuse alcune malattie dell’anima, che sono diffuse un po’ ovunque, su cui vorrei riflettere e pregare con voi e cercare il rimedio.
 
1. Una prima malattia è la sottovalutazione di sé, la perdita di stima in se stessi, la percezione, il sospetto di essere un fallimento. E’ una malattia che non ha età e che qualche volta assale gli adolescenti pieni di risorse, che hanno tutta la vita davanti, ma talvolta un insuccesso a scuola, una difficoltà in famiglia, qualcosa di male che hanno fatto, li induce a pensare: “Io non valgo niente”. 
Una malattia che assale anche i giovani quando affrontano esami difficili all’Università o quando sono in cerca di lavoro; non trovandolo, hanno l’impressione che nessuno abbia bisogno di loro. O nelle crisi affettive, ad un certo punto si interrompono i rapporti con una persona amata senza sapere il perché. Ecco allora che si pensa: “Io non valgo niente”. 
Una malattia che può prendere i genitori, gli sposi quando dicono: “Abbiamo cercato di fare di tutto per questo figlio/a e non riusciamo più neanche a parlargli… non ci dà retta, va per strade contrarie a quelle che noi gli abbiamo insegnato… noi siamo un fallimento come genitori”. 
Questa malattia può prendere anche persone vissute a lungo, facendo tante cose belle, ma poi improvvisamente le cose cambiano… qualcosa che va male e allora si pensa: “Cosa ho combinato nella mia vita… mi trovo a mani vuote”. 
Come si fa a guarire da questa malattia? Io vorrei proporre una formula semplice che esprime la persuasione che tutto è avvolto dalla misericordia di Dio, non c’è nessuna situazione irrimediabile.   “Sì, hai sbagliato ma puoi rimediare…  sì, hai fallito, ma non sei un fallimento. Forza, rinnova l’impegno”. 
Si può porre rimedio, ridare slancio, far vedere che persino dal male si può trarre il bene, persino dal fallimento, si può imparare la sapienza. Una formula semplice che dice: “kyrie eleison, Signore, tu sei il Signore del cielo e della terra, eleison, avvolti della tua pietà, la mia vita, l’episodio  della mia vita e anche questo momento difficile della mia vita, kyrie eleison”. 

2. Un’altra malattia tanto diffusa si può chiamare la solitudine. Quando una persona ha avuto una famiglia numerosa, tanta gente per casa, ma poi ad un certo punto i figli se ne vanno ad abitare altrove, gli amici si allontanano, le persone con cui abbiamo lavorato si dimenticano di noi, allora uno dice: “Sono a casa da solo tutto il giorno, cosa faccio?”. 
Però non riguarda solo le persone che magari sono rimaste vedove o hanno avuto la famiglia, anche per chi è sposato, talvolta i rapporti diventano difficili e chi ha coltivato un amore intenso può sperimentare questo senso di incomprensione di estraneazione e arriva a pensare: “nessuno mi capisce”.
Sono toccate tutte le età e tutte le situazioni: “Chi si interessa di me? Chi si prende cura di me? Sono solo…  anche se abito in mezzo alla città, sono solo”. 
Il rimedio per questa malattia non consiste nel piangersi addosso, nel pretendere che qualcuno faccia qualcosa per me, ma nel partecipare alla vita della Comunità, sentendosi dentro come un coro che canta: “alleluia”. 
Ecco, le voci che si uniscono e che dicono: “nessuno di noi è mai solo”, non perché io vengo a casa tua e ti assisto per qualche ora o scambio qualche parola… (anche queste sono cose che si devono fare), ma perché noi siamo un cuore solo e un’anima sola, dentro la Chiesa, dentro la comunione dei Santi. 
Anche quelli che sono passati all’altra riva, sono persone vive che cantano con noi le lodi del Signore. Possiamo cantare insieme con il cuore disponibile: alleluia! Per la gioia della Pasqua, la comunione dei Santi, la presenza di Gesù risorto, alleluia.

3. Un’altra malattia si può chiamare lo smarrimento: non saper cosa fare, dove andare, non vedere dove sta il bene e il male in certe situazioni e in alcune età della vita. I giovani hanno magari tanti desideri, tanti sogni, ma poi dicono: “Dove si va? Cosa faccio? Chi mi aiuta?”. 
Oppure chi ha responsabilità educative - preti, genitori, insegnanti, educatori - talvolta si trovano davanti a persone che non si sa come prendere; anche le persone impegnate in Comune, nelle associazioni, nelle belle forme di iniziative di bene talvolta incontrano problemi compèlessi, che non sanno come risolvere.
In un momento storico come questo, tanti continuano a ripetere che il tempo che viene è terribile... succederanno cose tremende... tutto va male! Allora uno dice:  “Allora cosa facciamo? Sembra che il grande impegno dei mezzi di comunicazione sia quello di spiegarci che ci aspettano tempi terribili … Allora cosa faccio?”.
Di fronte allo smarrimento ci può essere una via che ci incoraggia. Quando noi non stiamo a calcolare le probabilità, non ci affidiamo troppo alle previsioni, ma diciamo “sì” al passo che oggi è possibile, ci mettiamo in ascolto del Signore e di quello che lo Spirito ci consiglia e diciamo amen, amen, amen cioè voglio dire che “aderisco alla parola che tu mi dici, all’invito che tu mi rivolgi, Signore amen”.
Ecco sono tre malattie gravi queste: sottovalutarsi, la solitudine e lo smarrimento.

Io vorrei incoraggiarvi a vivere bene la preghiera: nella celebrazione eucaristica noi possiamo trovare queste parole, che ci aiutano ad affrontare dei percorsi spirituali e a guarire da queste malattie… 
kyrie eleison, la tua misericordia avvolga la mia vita perché la salvi… 
Alleluia: l’essere in comunione, cantare le lodi del Signore, mi salva dalla  solitudine...
Amen: dire sì alla cosa che ora posso fare, al passo che ora posso affrontare senza pretendere di avere la garanzia che andrà tutto bene. Oggi posso dire sì a questo gesto, a questa parola, a questo impegno. 
Questo vi  propongo di vivere tutti i giorni, in particolare la domenica, il momento in cui la comunità si trova e celebra l’eucaristia e cerca nella comunione con la Pasqua di Gesù, la parola, il gesto, l’abbraccio, l’ispirazione, che guarisce le nostre malattie.

Mons. Mario Delpini, Arcivescovo di Milano

Appiano Gentile, giovedì 15 settembre 2022


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