Il prete: uomo per la comunità

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Editoriale di don Erminio


Il prete non è un eremita che vive da solo né un monaco che sta in convento, ma è un pastore che si prende cura del gregge. E non ha tutte le capacità umane (l’insieme dei carismi), ma  ha il carisma della sintesi: infatti ha il compito di far convergere verso l’unità i diversi doni che lo Spirito suscita e quindi anima, guida, coordina, armonizza le diverse ricchezze personali per il bene di tutti. 
Papa Francesco ricorda spesso che il prete sta davanti alla Comunità per precederla con l’esempio, in mezzo per tenerla unita, e alle spalle affinché nessuno si perda. 
Il prete aiuta i fedeli ad essere buoni cristiani come i cristiani aiutano il prete ad essere un buon ministro di Dio: uomo di preghiera intensa, fedele alla sua vocazione, ubbidiente al Vescovo e disponibile al servizio degli altri. Dà gioia e produce molto frutto questa stima e collaborazione reciproca.

I preti per primi non devono nascondere la loro umanità dietro la funzione che svolgono. Prima che come Parroco, Decano, Assistente dei ragazzi e dei giovani, Insegnante di religione o altro devono presentarsi ed essere conosciuti con la loro personalità propria, diversa l'uno dall'altro. 
Don Primo Mazzolari ha una sua visione realista: “Anche il più santo dei Preti è un po’ sale fatuo e luce che fa scuro nei confronti di Cristo. Chiunque ci guardi e come ci guardi, ha motivi per trovarci indegni. Anzi: deve trovarci indegni, altrimenti Cristo sarebbe un ideale umano, un ben povero ideale se una creatura lo potesse contenere ed esaudire! Con la nostra statura di piccoli uomini facciamo la prospettiva dell’infinito”. 
Nessun prete è perfetto e perciò va aiutato a correggersi: magari ad essere meno timoroso, meno iracondo, meno attivista, meno attaccato al danaro, meno …
E' suggestiva questa immagine: il prete è come un “olivastro” su cui Cristo si inserisce. Avrà qualche selvatichezza, ma in compenso ha rigoglio, resistenza, novità.

“Ci sono solo due giorni all’anno in cui non puoi fare niente: uno si chiama ieri, l’altro si chiama domani; perciò oggi è il giorno giusto per amare, credere, fare e, principalmente, vivere!” 
Questa frase del Dalai Lama ci invita a non cedere a nostalgie o a fughe in avanti, ma a percorrere la strada con chi la provvidenza ci ha messo accanto: ieri ci ha accompagnato don Riccardo, oggi continuiamo il cammino con don Matteo, domani chissà... Preghiamo perché non manchi questo “dono” alla nostra Comunità pastorale: è Dio che li ha formati fin dal seno materno, la famiglia li ha custoditi, il Seminario e le Parrocchie in cui sono cresciuti hanno consolidato la loro vocazione, il Vescovo li ha mandati tra noi - prima uno, ora l'altro - come segni della sua carità pastorale, ma anche loro - in tempi diversi - si sono offerti a Dio per il bene della Chiesa. 
Per i doni grandi non smettiamo di ringraziare. E con riconoscenza impegniamoci a contraccambiare.

don Erminio

 

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