Parole col cuore
Ogni religione promette una vita dopo la morte. Per Gesù invece c’è Vita oltre la vita, c’è un “oltre” adesso: la risurrezione riguarda me, te, noi, qui e ora. E' la lezione di Pinocchio per non vivere infelici, ma restare vivi.
Il vortice dei suoi errori lo fa finire nella pancia di un pesce: nel testo originale è un pesce-cane che dà più l’idea del male che divora, uccide e inghiotte nell’abisso buio (come Gesù).
Narra Collodi che Pinocchio urla: “Aiuto! Povero me! Non c’è nessuno a salvarmi”. “Ma chi vuoi che ti salvi?" disse una vociaccia fessa; era un tonno rassegnato. “Io non voglio essere digerito!”, ribatte Pinocchio capendo che non è fatto per il buio.
Avevano cercato di farglielo capire la fatina e il grillo parlante, quando era ammaliato da opache illusioni dal gatto e la volpe. Brancolando e scivolando sfidò il buio, percependo un chiarore in lontananza.
Trovò una candela infilata in una bottiglia, su una piccola tavola con del pane spezzato, a cui era seduto un vecchietto minuto e fragile. Attonito, gli si gettò al collo: “Babbino mio! Vi ho ritrovato! Ora non vi lascio più, mai più. Mi avete di già perdonato, non è vero? Come siete buono!”.
Un tavolo con del pane, una luce di candela, una parola di amore sono germoglio di vita nuova. Come per noi qui oggi. Il buio che lo ha divorato si trasforma in un utero. Le ferite dei fallimenti diventano feritoie per venire alla luce. “Com’ero buffo, quand’ero burattino!”, commenta Pinocchio.
Se da una ferita esce sangue, è perché c’è un cuore che batte. Un burattino si rompe, ma non sanguina, perché non ha cuore. Quante opportunità ci sono sfuggite o si sono perse per quella nostra maledetta abitudine di vivere una vita tiepida, con freddezza nei sorrisi, opacità nei valori, fragilità nelle idee, indifferenza negli sguardi, mediocrità nelle scelte, superficialità nelle relazioni, inconsistenza nei rapporti.
Come siamo buffi, quando ci comportiamo da burattini!
Pasqua in ebraico significa “passaggio”, da morte a vita, da una vita con la V minuscola alla VITA tutta in stampatello. Interessante la scelta delle parole usate da Collodi per il finale: “Pinocchio, guardandosi allo specchio, non vide più la solita immagine della marionetta di legno, ma vide il volto vispo e intelligente di un bel fanciullo con un’aria allegra e festosa come una pasqua di rose”.