Domenica 13 aprile 2024 - Domenica delle Palme

Omelie festive

Giovanni 11,55-12,11


1. Una festa in casa di amici

Possiamo immaginare come la notizia di Lazzaro redivivo corresse irrefrenabile, suscitando stupore.
Ma forse per bisogno di bellezza, abbiamo sottaciuto che la notizia aveva raggiunto anche i piani
alti del potere religioso là dove il dominio conta più della vita di una persona o di un popolo.
Ricordiamo il versetto che fa come da spartiacque tra i due racconti, tomba e cena:
"Gesù non andava più in pubblico tra i Giudei, ma da lì si ritirò nella regione vicina al deserto,
in una città chiamata Èfraim, dove rimase con i discepoli".
Ci viene spontaneo chiederci: che cosa si muoveva nel cuore di Gesù durante la cena di Betania?
Come non pensare che nel cuore di Gesù si alternassero pensieri e sentimenti contrastanti?
Ospite alla cena per condividere gratitudine al Padre che aveva ascoltato il suo grido per l'amico.
E dunque sia festa! Ma come cancellare dal cuore quella triste sensazione
di essere come braccato, un presentimento di morte? Per questo avrà avuto bisogno di un luogo
di intimità in cui il segreto che si portava dentro potesse essere ospitato e condiviso.
Lì trovò l'amica. Niente parole. Capì tutto. Maria ha la rara capacità di leggerti negli occhi
ciò che ti passa nel cuore. Forse anche a lui accadeva una sorta di spaesamento,
quello che proviamo anche noi quando, a fronte della gravità delle situazioni,
ci si perde in questioni di poco conto, in discussioni del nulla.

2. Il prezzo della salvezza

E che così fosse ne è una prova la sua reazione immediata alle parole di chi criticava duramente Maria
per lo spreco del profumo, per quel prezzo che era semplicemente una follia:
"Lasciala fare, perché ella lo conservi per il giorno della mia sepoltura.
I poveri infatti li avete sempre con voi, ma non sempre avete me".
Quel suo segreto, l'uccisione avvistata, alle porte, era arrivato al cuore della sua amica,
poi aveva fatto sosta per profumo nelle sue mani, nei suoi capelli.
Era per Maria il modo di dirgli che profumo era lui, anche oltre la morte.
Gli altri a discutere del prezzo del profumo, lei, tenera, a pensare a un altro prezzo:
il prezzo che stava per pagare il rabbi di Nazaret, Gesù, il suo amico.

3. Una settimana 'contemplativa'

A costo di vita pagava il suo modo di essere Messia, le sue parole e i suoi gesti,
il suo essere per gli altri. a difesa di ognuno, anche dei più sprovveduti,
a difesa da ogni tirannia velata o palese.
Con il suo messaggio minava alle radici un sistema religioso, che, snaturando la fede dei padri,
imponeva un'immagine ossessiva di Dio,
imponeva precetti che loro, i capi, al dire di Gesù, non smuovevano neppure con un dito.
Aveva liberato donne e uomini: non più schiavi, ma figli.
"Se lo lasciamo continuare così...": argomentavano i capi. Uno così andava fermato.
La sua crocifissione fu il prezzo della nostra libertà. Va profumato.
Noi non avremo mai finito di capire, né di profumarlo, perché l'immensità di un amore
non può abitare tutta i nostri occhi, solo ritagli, né il profumo potrà esaurire la gratitudine.
Ci viene chiesto anche in questi giorni della Settimana Santa il cantuccio intimo appartato di Maria,
per contemplare. In silenzio. E' da brivido il silenzio che si fa nelle chiese il Venerdì santo
quando nel racconto della passione si giunge al punto in cui si legge di Gesù
che dà il suo ultimo respiro. Si interrompe il racconto, accade il silenzio.
E la domanda che si affaccia al cuore è: "Perché sei morto, Signore?".
Non è stata una morte qualunque. La domanda vera è:
"Perché sei stato ucciso, perché sei stato inchiodato a una croce, morte di malfattore?".
Non fu affatto un caso...! 
 

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