Luca 1,26-38
1. Razionalità e libero arbitrio
Il Vangelo di Luca ci presenta l’annuncio a Maria e la conseguente incarnazione di Cristo in lei.
Questo episodio ha ispirato arte (pensiamo alle sei Annunciazioni dipinte dal Beato Angelico,
le più celebri a San Marco in Firenze e a Madrid),
ai poeti come Paul Claudel con il suo affascinane dramma “L’Annuncio a Maria” del 1912
o a certe liriche di Reiner Maria Rilke.
Dante Alighieri colloca idealmente la nascita della “Divina commedia” nella data del 25 marzo,
capodanno antico in alcune città toscane.
Mentre Matteo si premura di riferirci l’annunciazione a un Giuseppe sconcertato in un sogno
(1, 19-25), Luca mette al centro Maria. Giuseppe nei Vangeli è totalmente silente,
Maria si esprime solo sei volte con 154 parole, delle quali, ben 102 sono il canto del Magnificat.
Nell’Annunciazione pronuncia due frasi minimali ma impegnative:
“Come sarà questo, poiché non conosco uomo?”
“Ecco la serva del Signore; avvenga di me secondo la tua parola”.
Qui sta racchiusa la duplice strumentazione di cui Dio ha dotato l’uomo:
la razionalità e il libero arbitrio.
Maria in piena consapevolezza di trovarsi di fronte ad un mistero, si affida totalmente al volere di Dio,
di cui si dichiara “serva”,termine tutt’altro che umile.
Esso infatti esprime la coscienza di aver scelto liberamente di entrare in quella teoria di personaggi
che, con la loro libera adesione a Dio, hanno costellato e permesso che la storia della salvezza
diventasse salvezza di tante storie, anche della nostra:
Abramo, Mosè, Giosuè, Davide, i profeti e il Messia stesso.
Anche a noi Dio rivolge lo stesso appello: accogliere Cristo in noi e generarlo ai fratelli,
entrando così nella schiera dei “servi del Signore”.
2. La Madonna della fiducia
Sarà stato effetto di quel «non temere» pronunciato dall' angelo dell' Annunciazione.
Certo è che, da quel momento, Maria ha affrontato la vita con una incredibile forza d'animo,
ed è divenuta il simbolo delle "madri-coraggio" di tutti i tempi.
È chiaro: ha avuto a che fare anche lei con la paura: di non essere capita, ... per la cattiveria
degli uomini. Paura di non farcela, ...per la salute di Giuseppe, ...Paura di rimanere sola...
Tutti, come lei, siamo attraversati da quell'umanissimo sentimento che è segno chiaro del nostro limite.
paura del domani, ...che possa finire all'improvviso un amore coltivato tanti anni, ...per il figlio
che non trova lavoro e ha già la sua età,... per la salute che declina, ...della vecchiaia.
Paura della notte.... Paura della morte...
Nel santuario eretto alla "Madonna della fiducia", ciascuno di noi ritroverebbe la forza per andare
avanti, riscoprendo i versetti di un salmo che Maria avrà mormorato chi sa quante volte:
«Pur se andassi per valle oscura, non avrò a temere alcun male, perché tu sei con me...».
3. C'è motivo di essere lieti nel Signore
Facile a dirsi, ma difficile a praticarsi con tante questioni complesse e insolubili.
La motivazione, dice Paolo, è la vicinanza del Signore: egli è sempre con noi.
Infatti ha detto: “Dove due o tre sono riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro”.
L'esperienza cristiana è un fatto non privatizzato, quanto comunitario,
caratterizzato dall'ascolto, la condivisione della Parola e animato da un agire corale conseguente;
il ritorno del Signore è vicino è l’altra possibile interpretazione della frase paolina.
Lo stile di chi spera nel Signore, è fornito dal tratto amabile, la gentilezza (Mons. Delpini),
la vittoria su ogni forma di ansia esagerata e ingiustificata, l’affidamento al Signore nella preghiera
e il concentrarsi su ciò che di “vero, nobile, giusto, puro, amabile, onorato, e degno di lode”.