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3° INCONTRO - La Comunione in Cristo (1 Cor 3,1-23)


Per il fatto che Paolo aveva 'guadagnato' nel suo percorso una predicazione fedele al messaggio paradossale della croce, quindi piuttosto modesta dal punto di vista retorico, una predicazione fondata non sulle proprie capacità di conoscenza, ma sulla 'potenza di Dio', alcuni Corinzi gli contestavano di non proporre una dottrina autentica e sapiente.
Ma Dio nel Figlio crocifisso ha 'inchiodato' per sempre ogni forma di sapienza mondana. La salvezza può 'appoggiarsi' ('vantarsi') esclusivamente sulla Pasqua del Signore.
Infatti Paolo e i Corinzi hanno potuto sorprendersi di come la loro comunità sia nata dalla sua 'predicazione stolta'. Se l'opera evangelizzatrice di Paolo era debole e insipiente, da dove era venuta l'efficacia missionaria capace di far germogliare una comunità nuova? I credenti 'maturi' hanno scoperto che la sapienza religiosa apparentemente forte dei dominatori del mondo non porta a Dio, perché solo lo Spirito di Dio può dare accesso ai 'segreti di Dio'.
Dio ha fatto a Paolo e ai Corinzi il dono della comunione con lui e tra di loro. Chi sta maturando nello Spirito (i 'perfetti') ha ormai un giudizio diverso sul mondo e su ciò che accade: è mosso dallo Spirito e ha in sé il pensiero di Cristo.
Non ha più la mentalità del mondo, ma quella di Cristo, del Crocifisso, l'autentica e vera sapienza.
Le divisioni e la spaccatura in fazioni sono in contraddizione col dono ricevuto. Chiamandoli 'immaturi' non intende denigrarli, ma far prendere coscienza delle loro regressioni nella fede. 
Paolo condivide con Dio la speranza che i Corinzi si lascino toccare il cuore e si convertano..

Mettiamoci in ascolto...


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