Il nuovo altare
La Chiesa prepositurale di S. Stefano, pur essendo il risultato di molte integrazioni e modifiche, verificatesi durante diversi secoli (addirittura dall'Alto Medioevo ai giorni nostri), rappresenta il risultato dell'unione di diversi edifici sacri ed è stata oggetto di un importante intervento armonizzatore all'inizio del Novecento, che le ha restituito una unicità immediatamente riconoscibile e la fa apprezzare dal popolo dei fedeli.
L'intervento che riguarda lo spazio del presbiterio (con i tre elementi essenziali: altare, ambone e sede) ci induce ad intervenire con cautela ed infinito rispetto.
Anzitutto si sono studiate le linee ordinatrici. La prima linea da seguire per intervenire sull'architettura dei nuovi spazi per la liturgia richiamerà l'intervento degli architetti G. Battista Salvioni e Federico Frigerio, conclusisi attorno al 1913, che hanno operato con piena conoscenza e nell'assoluto rispetto delle proporzioni lineari precedenti al loro operato, dando le giuste dimensioni al transetto e perfino alla bussola-cantoria in legno.
La stessa modularità viene presa a base del nuovo progetto dell'ampliamento della superficie presbiteriale e anche della disposizione ex novo dei luoghi della liturgia. È importante assicurare l'armonia delle varie parti, dato che si opera in un contesto di grande valore storico.
Gli assi principali ricevono immediatamente conferma quando riconosciamo la croce latina, assunta dal Salvioni per dare forma compiuta al nuovo transetto, che sommato alla superficie del coro e del presbiterio, ha volutamente raddoppiato le dimensioni dell'intero edificio.
Da queste premesse si deduce l'ipotesi di modificare l'asse di simmetria trasversale sul quale posizionare il nuovo altare, nel punto di incrocio della linea centrale della navata con quella del transetto e in corrispondenza al punto più alto della cupola.
Il posizionamento gerarchico dei luoghi liturgici e i conseguenti spazi e predelle vanno attentamente calibrati ai flussi di percorribilità durante le celebrazioni, sia al livello presbiterale che al livello assembleare, con l'attenzione dovuta a ridurre al minimo i dislivelli delle diverse predelle. Tabernacolo, adorazione del SS. Sacramento, Altare, Ambone, Leggio, Sede del celebrante, Croce, Cero pasquale prenderanno posizione lungo gli assi proporzionali, secondo il loro ordine gerarchico (vedi figura a lato).
Il programma iconografico della chiesa risulta già ricco e piuttosto ben strutturato, sostenuto com'è dalla presenza dell'Altare maggiore seicentesco (ciborio con Cristo in sommità, martirio di S. Stefano in formella e altri santi in posizione seduta) e nella Mensa novecentesca (episodio di Emmaus) con sovrastante Tabernacolo (con Deposizione di Cristo crocifisso), dalle lunette vetrate absidali nonché dai dipinti esposti in parete, ma anche dalle 12 Cappelle presenti (due in transetto e dieci in navata), ricchissime di richiami biblici.
Di conseguenza l'altare e l'ambone nuovi saranno sostanzialmente alleggeriti dalla ulteriore rappresentazione di nuovi carichi iconografici, concentrando nella loro stessa conformazione il necessario significato simbolico.