2° INCONTRO - La "stoltezza" di Dio (1Cor 1,10-25)
Nell’incontro precedente abbiamo messo in evidenza come, nei primi versetti della sua lettera, Paolo aveva comunicato la sua passione per Corinzi. Dalla lettura a voce alta alla comunità radunata erano risuonate parole di lode e di ringraziamento che abitavano costantemente il suo cuore (in greco il termine letterale è "sempre", cfr. 1 ,4). Con questo esordio Paolo esprimeva, così, il desiderio che la comunità si lasciasse coinvolgere, gli desse tempo e io ascoltasse, grazie al legame profondo che Dio aveva donato a essa in Cristo. Anche dalle nostre relazioni sappiamo che la disponibilità ad ascoltarci è autentica solo quando esiste un rapporto e sentiamo l’altro come credibile e affidabile, perché ci precede una storia che ci ha legati e uniti. Per questo Paolo aveva iniziato richiamando la comune appartenenza in Cristo, nella speranza che i Corinzi si ponessero con fiducia in ascolto, dando credito alle sue parole. Questo dovrebbe essere un clima abituale anche nei nostri Gruppi di Ascolto: sentire che siamo uniti da una comune appartenenza e che possiamo con fiducia ascoltarci e comunicare ciò che lo Spirito muove nei nostri cuori. Un contesto di questo tipo consente una maggior confidenza, un ritrovarsi promettente e frutti fecondi di discernimento e di crescita nella fede e nella gioia della comunione.
Dentro un clima relazionale di questo tipo, Paolo può permettersi di muovere ai Corinzi i suoi inviti, le sue suppliche, i suoi richiami, le sue speranze. Gli è stato riferito che in mezzo a loro vi sono discordie, si sono create delle divisioni e fazioni contrapposte. Questo contrasta con la loro appartenenza e comunione con Cristo, il Vangelo che Paolo gli aveva annunciato e che loro avevano accolto nel battesimo. Paolo sente l’urgenza di riportare i Corinzi, suoi fratelli, alla loro realtà di credenti nel Cristo crocifisso, il fondamento della loro fede e della loro unità. I fatti che stavano capitando spingevano la comunità a "rendere vana la croce di Cristo" e a cadere nella stoltezza e stupidità del mondo.
Era necessario che ritrovassero il senso profondo della «parola della croce», stoltezza agli occhi del mondo, ma vera sapienza e «potenza di Dio». la Pasqua di Gesù come Vangelo, "bella notizia", è il vero fondamento della loro comunione e, quindi, della loro vita, di ciò che fa vivere.
Mettiamoci in ascolto.. .
scheda dell'incontro |
SECONDO INCONTRO Scheda formato A5 |
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SECONDO INCONTRO formato A4 stampa F/R |
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