Parole col cuore
Noi non ci facciamo problemi a mettere Dio in un cassetto; poi però con tanta facilità lo accusiamo di essere lontano, quando in realtà siamo noi a staccarlo e a staccarci.
Noi ci dimentichiamo di lui, ma la traccia della sua presenza resta comunque in noi, come il segno del crocifisso che alcuni tolgono dalle pareti, come forma di dubbio, di nostalgia o anche di rabbia.
Dio ha rispetto di noi: sta in attesa, in silenzio. Dio rispetta il nostro fare a meno di lui e il nostro ignorarlo. Dio rispetta le nostre fatiche e i nostri dubbi a credere in lui.
Rendersi conto di questo lascia pieni di stupore, senza parole, tanto da mettere la mano alla bocca, “ad os”, direbbero gli antichi greci, da cui deriva “adorazione”.
Dio ha rispetto, però, non solo delle mancanze e del mancare, ma anche delle nostre qualità, potenzialità, specificità.
Adorare Dio non è biascicare formule magiche per convincerlo a compiere qualche miracolo o esaudire bisogni e desideri. Pregare non cambia Dio, non cambia la realtà, cambia me: non cambia le cose rispetto a me, ma me rispetto alle cose.
Riconoscere il grande rispetto che Dio ha per me fa capire che la preghiera è esaudita non se ottengo ciò che voglio, ma se prendo coscienza della realtà e cresco in autostima. Quando gli chiedo aiuto per qualcuno o per una situazione Dio fa comunione con me, agisce su me e con me, mi illumina, mi mette in gioco.
Non fa lui al mio posto, ma mi fa trovare l’energia sufficiente e intuire strade alternative alla mia visione ristretta, spesso offuscata da paura, ansia, lacrime, pessimismo. La preghiera non rende la vita facile, ma rende me più forte. Chi sa stare in ginocchio alla presenza di Dio, poi riesce a stare in piedi in qualsiasi situazione traballante.
Chi ha il coraggio di fermarsi ogni giorno per rannicchiarsi nella sua interiorità fino a stupirsi tappandosi la bocca (ad-os) poi riesce a stare in equilibrio perché fissare Dio davanti a sé relativizza il potere tirannico di ogni negatività o oscurità.
Un saggio vecchio parroco ripeteva spesso: “Non dire a Dio quanto sono grandi i tuoi problemi, lo sa già, ma dì ai tuoi problemi quanto è grande Dio. Cambia tutto. A volte il Signore fa venire le burrasche nella vita perché lui sa bene che i guai non sanno nuotare, ma tu sì: loro affogano, ma tu, con le tue braccia, ne esci cambiato”.