Parole col cuore
Alla riapertura delle scuole ci domandiamo: dove sta la sfida educativa? Nel testimoniare anzitutto noi stessi - ci insegna il Vangelo - compromettendoci in prima persona. Prima che bambini e ragazzi siano riempiti di nozioni che spesso la loro memoria non sa come contenere, importa che comprendano con serenità chi siamo. E questo vale anche per l'avvio dei percorsi di catechesi. Se non ci sei tu quando insegni o predichi, si rischia sempre un ascolto vuoto.
Consegni anzitutto il tuo sguardo sulla realtà, prima di un insieme di concetti appropriati, di esegesi perfette, di frasi consolatorie ma di circostanza. Questo significa che il mondo ha bisogno anzitutto dei testimoni, più che esperti o maestri (San Paolo VI).
Gesù non mette in atto alcuna testimonianza a partire da sé. Ha una sola preoccupazione: che sia il Padre ad agire in Lui e per Lui, lasciandosi amare. La qualità della testimonianza di Gesù, superiore a quella di Giovanni, sta nel sentire d'essere uno col Padre suo: è il suo sguardo misericordioso, è il suo cuore smisurato.
Quando tra le mani ci sembra che non c'è più niente da fare, non ci resta che "d'essere umani verso gli umani, che fra noi dimori il fra noi che ci rende uomini. Perché se questo venisse a mancare, noi cadremmo nell'abisso, non tanto del bestiale, quanto dell'inumano o del disumano. Questo reciproco e primitivo riconoscimento, è in un certo senso il banale, l'ordinario della vita. Allora succede che la luce di un viso, la musica di una voce, il gesto offerto da una mano, d'un tratto dicano tutto; e che, per esempio, quest'uomo sfinito, che la gente credeva annegato nell'assenza, indichi, con un movimento quasi invisibile, la presenza della presenza"
(M. Bellet, Quaderni di ricerca).
Ci resta d'essere umani, senza perdere mai la speranza, anche davanti a un barlume di umanità. Perché Gesù, il Figlio di Dio, di questa umanità si è rivestito amandola. Questo ci resta, questo ci basta. Nulla infatti è più contagioso dell'amore!
Per questo Cristo ci ha lasciati sulla terra: per essere fiaccole che illuminano, fermento nella pasta, angeli tra gli uomini, adulti tra i bambini, uomini spirituali in mezzo a uomini carnali, per essere seme e portare frutto. Non ci sarebbero più pagani in questo mondo se noi ci comportassimo da veri cristiani.