Parole col cuore
In una riunione coi genitori, la Direttrice indicò come importante sostegno educativo trovare tempo ogni giorno per parlare coi figli.
Un papà spiegò, con umiltà, che quell'indicazione era per lui impossibile: rientrava tardi dal lavoro e il figlio ormai dormiva, usciva presto quando il figlio dormiva ancora, ma non poteva fare altro per mantenere la famiglia.
Tuttavia l'angosciava non avere mai tempo per stare con suo figlio. Perciò ogni notte al rientro gli si avvicinava per fare un nodo alla punta del lenzuolo. Quando il figlio al risveglio vedeva il nodo, sapeva che il suo papà era stato lì e l'aveva accarezzato.
Il nodo era il mezzo di comunicazione fra loro: non si parlavano, ma si ascoltavano e si capivano, non si vedevano, ma il bimbo ne coglieva la presenza.
Sono molte i modi per comunicare. Quel papà ne aveva trovato uno semplice, effettivo e affettivo. E la cosa più importante era che suo figlio percepiva.
È bene preoccuparsi e occuparsi delle persone, ma è più importante che se ne accorgano. Invece spesso il nostro parlare è fatto di monologhi farciti di attese e pretese. Ci piangiamo addosso o siamo supponenti, bloccati in un ego gonfiato.
Semplici dettagli invece come un nodo al lenzuolo, vengono “sentiti” dal cuore, perché sono più incisivi di tante chiacchiere, discorsi, regali o scuse varie.
Per un bambino (ma pure per un adulto) un bacio può curare il mal di testa che è solitudine, il freddo da incomprensione, il dolore di pancia per paura, la ferita che sanguina e brucia più a causa del chi l’ha causata che per lo sgambetto in sé.
La discriminante alla fine per Gesù è: “chi mi riconoscerà…”. Se riconosci i dettagli nascosti, come quel nodo, (“ciò che è fatto nelle tenebre” che però è impastato di luce) non hai più bisogno di rassicurazioni (“tutto sarà svelato”) e non hai più paura di niente (“voi valete di più!”).
Forse non è Gesù che è criptico, ma siamo noi a fare fatica a riconoscere i nodi fatti da lui e da chi ci ama. A noi sembrano cose da nulla, poi anneghiamo nella paura per ansia di mancanza.
Dio si comporta come quel papà: non lo vediamo mai, non ci parliamo, ma lui fa ogni giorno un nodo sull’angolo del lenzuolo della nostra vita per farci rendere conto che se hai una carezza da dare è meglio donarla subito, perché non si sa mai.