Das Gebet Kirche

SANTUARIO BEATA VERGINE DEL CARMELO

Presentazione del Sussidio della Novena


1. Vita e preghiera della Chiesa

La “preghiera della Chiesa” è l'autoritratto spirituale di Edith Stein, tanto si immedesima con la Chiesa in preghiera. L'opera, scritta nel Carmelo di Colonia nel 1936, esprime la sua sensibilità liturgica, con radici nella sua infanzia e nella sua conversione al cattolicesimo, ma con la sintesi della sua esperienza di carmelitana. Scrive: «Non si può opporre la preghiera interiore («pietà soggettiva») alla liturgia, che è la «preghiera oggettiva» della Chiesa. Ogni vera preghiera è preghiera della Chiesa». Il titolo indica l'indissolubile unità fra la preghiera e la vita. Come la magnifica ouverture di una sinfonia, il denso prologo del libro mette in luce la dimensione trinitaria della vita e della preghiera con la dossologia del canone: «Per Lui, con Lui e in Lui, a Te, Dio Padre onnipotente, nell'unità dello Spirito Santo, ogni onore e gloria».

2. Le radici giudaiche della liturgia e della preghiera

In Edith come nella preghiera della Chiesa c'è una radice giudaica. Ella rivive i ricordi dell'infanzia, le preghiere domestiche presiedute dalla madre, la liturgia sinagogale, le feste annuali, i salmi del pellegrinaggio, le benedizioni dei pasti. Ricorda la festa ebraica di Pasqua-Pesah, medita sulla presenza e la dimora di Dio nella tenda e nel tempio, si sofferma spesso sul Sanctus (che viene dal giudaismo), evoca la festa, la liturgia e il sacrificio del giorno dell'espiazione. Della liturgia della Chiesa rivive lo stupore della memoria, della continuità, del superamento della liturgia ebraica in liturgia cristiana, a partire da Cristo che lei presenta come uomo-ebreo-figlio di Dio. Magnifica il compimento totale in Gesù delle grandi prospettive della pasqua ebraica, divenute realtà piene nel suo sacrificio pasquale.

3. L'Eucaristia per la vita del mondo

Edith spiega il significato eucaristico della preghiera: «L'arca della alleanza e, poi, il tempio di Salomone innalzato secondo le indicazioni divine, furono considerati come l'immagine di tutta la creazione, unita nella adorazione e nel culto del suo Signore. La tenda intorno alla quale il popolo ebraico si accampava durante la marcia nel deserto, si chiamava la «dimora della presenza di Dio» (Es. 38, 21) contrapposta alla dimora celeste. «In luogo del tempio di Salomone, Cristo ha edificato un tempio di pietre vive, la comunione dei santi. Egli sta nel mezzo come l'eterno sommo sacerdote e sull'altare è Lui la vittima perpetua. 
Le preghiere solenni accompagnano il santo Sacrificio, circondano, avvolgono, santificano tutto il lavoro della giornata così che dalla preghiera e dal lavoro nasca un solo opus Dei, una sola «liturgia». 

4. Cristo al centro della liturgia e della preghiera

La chiave della preghiera della Chiesa è quella di Gesù, nostro modello e maestro. Lo guarda mentre prega, lo vede nella sua umanità, in dialogo col Padre, come sacerdote che intercede. Lui ama la preghiera personale e silenziosa, ma compone anche quella sacerdotale come Sommo sacerdote della Nuova alleanza. Situa questa preghiera fra la Cena e la Croce, a compimento della Pasqua celebrata, quando nasce la Chiesa e preludio del sacrificio pasquale. Il giorno della Riconciliazione nell'A.T. è la figura del Venerdì Santo: l'agnello immolato per i nostri peccati rappresenta l'Agnello immacolato, e il gran sacerdote della stirpe di Aronne è la figura dell'Eterno Sacerdote. Cristo nell'ultima Cena, morendo come vittima, pregò come sommo sacerdote del Nuovo Testamento.

5. Dimensione ecclesiale

Tesi fondamentale è il carattere ecclesiale della liturgia, ma anche della preghiera della Chiesa in ogni espressione. È preghiera liturgica e sacramentale la celebrazione eucaristica e la liturgia della lode. “La nostra vocazione è la lode divina, espressa nel Prefazio e nel Sanctus. 
Noi non siamo ancora cittadini della Gerusalemme celeste, ma pellegrini in cammino verso l'eterna patria”. Ogni preghiera autentica ha carattere ecclesiale, in virtù di quella costante esperienza della storia della salvezza che è l'interiorità, nella quale si preparano ed avvengono i grandi interventi di Dio: il dialogo di Maria all'annunciazione, la preghiera della Chiesa a Pentecoste, all'inizio del ministero degli apostoli, nella vita dei Santi. In ogni preghiera è lo Spirito che prega per noi con inenarrabili sospiri.

6. Le tappe della piena iniziazione cristiana

È indissolubile la comunione della persona orante con Cristo, capo del corpo mistico. Senza l'azione dello Spirito Santo non c'è preghiera né Chiesa. A rendere ecclesiale la preghiera personale è Cristo, che la edifica Chiesa mediante i sacramenti (iniziazione cristiana). Nel Battesimo e nella Confessione ci purifica dai peccati, ci apre gli occhi alla luce eterna, le orecchie alla parola divina, le labbra alla lode, alla confessione delle colpe, alla preghiera di domanda e di ringraziamento. Nella Cresima ci fortifica per professare lealmente la fede, nella Comunione diventiamo membra del suo corpo. Molte persone-Chiesa nell'unione intima col Signore, sono diventate come «il cuore della Chiesa». «Le anime, in silenzio e in solitudine, che stanno alla presenza di Dio sono nel cuore della Chiesa l'amore che tutto vivifica».

7. L'ispirazione carmelitano-teresiana

L'ebraismo delle origini, il cristo-centrismo della liturgia e della preghiera, il carattere ecclesiale si fondono con la vocazione al Carmelo Teresiano. Di Santa Teresa di Gesù lei ricorda la tesi che ispira nel sec, XVI la fondazione del Carmelo: essere contemplative al servizio della Chiesa. Come S.Teresina, Edith parla delle anime che “nel cuore della Chiesa sono l'amore”. 
La vita contemplativa e i santuari del silenzio e della preghiera sono fiumi nascosti che vivificano la vita della Chiesa. Nella preghiera contemplativa Edith vede come un prolungamento del sacerdozio orante di Cristo, una partecipazione alla dimensione sacerdotale della preghiera di Cristo qui sulla terra. «Nelle anime che sono il cuore della Chiesa, vive l’amore sacerdotale di Gesù». 

8. Conclusione

Preghiera personale e liturgica vanno insieme, come liturgia e contemplazione, preghiera e vita, parola ascoltata-pregata-vissuta. Le forme tradizionali servono anche per partecipare al culto pubblico, perché la nostra vita interiore rimanga sul retto sentiero. 
Ogni preghiera e liturgia realizzano le petizioni del Padre nostro, che lei rilegge al rovescio: «Noi diciamo il Padre nostro con queste sette domande: ci libera dal male perché ci purifica dalla colpa e ci dà la pace del cuore che toglie l'aculeo agli altri mali, ci perdona le colpe passate e ci fortifica contro le tentazioni. Il pane di vita, necessario ogni giorno per crescere nella vita eterna, rende la nostra volontà docile della volontà divina, instaura in noi il regno di Dio e ci dà labbra e cuore per glorificare il suo nome»

In sintesi 

L’opera è rimasta quasi nascosta per tanto tempo... ma quando, dopo il Vaticano II, il magistero ha messo in luce il valore della liturgia e l'esigenza della preghiera personale e della contemplazione, i testi di Edith sono apparsi profetici. Col rinnovamento liturgico (anni '70), alcuni esperti hanno accostato i testi programmatici agli scritti di Edith del 1936. Le pagine del suo libro, oltre ad illuminare con la sua teologia, ci fanno cogliere l'anima di Edith durante la sua esistenza cristiana, nel suo immedesimarsi con la preghiera della Chiesa, liturgica e personale, fino al suo olocausto vissuto ed offerto come Chiesa al Padre nell'unità dello Spirito per-con-in Cristo, nel giorno (Yom Kippur) della sua oblazione come ebrea, cristiana e carmelitana. 

 

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