In preghiera con la Chiesa

SANTUARIO BEATA VERGINE DEL CARMELO

da "La Buona Parola" di luglio 2024


Edith, ebrea e cristiana

“La preghiera della Chiesa” - tema della novena del Carmelo - è un gioiello della produzione spirituale di Santa Teresa Benedetta della Croce (Edith Stein): stupenda figura di donna, pensatrice, credente, che compendia in sé ebraismo e cristianesimo. 
Imprimendovi un sigillo personale, l'autrice esprime l’essenza del suo pensiero e della sua esperienza. È un suo auto-ritratto spirituale, in cui lei si identifica con la Chiesa in preghiera. L’opera, scritta nel Carmelo di Colonia nel 1936, rivela la sua sensibilità liturgica, formata con l'educazione nella fede ebraica, maturata nella "con-versione" al cattolicesimo, arricchita nell'esperienza di carmelitana, che valorizza in modo complementare la liturgia (comunitaria) e la contemplazione (personale).

Ha preceduto il Concilio

Edith vive con intensità nel clima di rinnovamento liturgico della Germania degli anni '30. Contro le esagerazioni di progressisti e conservatori, difende appassionatamente la preghiera personale come preghiera ecclesiale, rifiutandosi di contrapporre pietà oggettiva (liturgia) e pietà soggettiva (interiore, libera da forme tradizionali). 
Anche per questa presa di posizione profetica, alcune sue pagine ritrovano posteriori risonanze in alcuni testi del magistero postconciliare della Chiesa cattolica. L’ebraismo delle origini, il limpido cristo-centrismo della liturgia e della preghiera, il carattere ecclesiale della preghiera si completano e si fondono in lei con la sua vocazione contemplativa nel Carmelo Teresiano. 

Figlia di Israele e della Chiesa

“Mi è dato di presentare come Santa davanti al mondo questa eminente figlia d’Israele e figlia fedele della Chiesa. E' invitta la testimonianza da lei resa in vita e in morte. 
Accanto a Teresa d’Avila e Teresa di Lisieux, quest’altra Teresa si colloca fra lo stuolo di santi che fanno onore all’Ordine carmelitano” (S. Giovanni Paolo II). Oggi spesso si scambia la verità con l’opinione della maggioranza. Inoltre, molti pensano di servirsi della verità anche contro l’amore o viceversa. Ma verità e amore abbisognano l’una dell’altro. Suor Teresa Benedetta, “martire per amore”, non si fece superare da nessuno nell’amore, come cercò con tutta se stessa la verità: “Non accettate nulla come verità che sia privo di amore. E nulla come amore che sia privo di verità”.

La centralità della Pasqua

Nel momento di descrivere la liturgia della Chiesa essa sembra rivivere la trasformazione della liturgia ebraica in liturgia cristiana, a partire da Cristo presentato da lei come uomo-ebreo-figlio di Dio: «Cristo pregò come poteva pregare un ebreo credente e fedele alla legge». Di questa preghiera descrive tempi e luoghi. Quasi rivivendo il rito della Cena pasquale, Edith magnifica il compimento totale in Gesù delle grandi prospettive della Pasqua ebraica, divenute realtà piene nel sacrificio pasquale di Cristo. «La pasqua dell'antica alleanza è diventata la Pasqua della nuova alleanza nell’ultima cena del Signore, nel sacrificio della croce sul Golgota, nelle agapi gioiose del tempo di Pasqua, e, nel sacrificio della Messa, nella santa Comunione». È la nostra stessa esperienza di fede! 
 

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