24 dicembre 2023 - Feria Prenatalizia VII

Omelie festive

Matteo 1,1-16


1. L'identità di Gesù

In Gesù si compiono le promesse fatte dai patriarchi/profeti e noi siamo suoi fratelli nella carne.
Davanti a questa genealogia comprendiamo la scelta di Gesù di nascere fra gli uomini.
La liturgia contestualizza meglio il mistero dell'Incarnazione
allargando lo sguardo agli antenati di questo bambino che ormai sta per nascere.
Siamo davanti a una vera e propria carta d'identità di Gesù.
Matteo racconta alle prime comunità cristiane di Siria e Palestina le radici storiche di Gesù,
dimostrando come Dio agisce in modo sorprendente per compiere le promesse.
Nelle genealogie più tradizionali comparivano solo uomini, qui ci sono anche cinque donne.
Inoltre, Matteo ribadisce all'inizio e alla fine della genealogia
che sta parlando di Gesù che è il Messia “figlio di Davide e figlio di Abramo”.
In quanto discendente di Davide, Gesù è la risposta di Dio alle aspettative del popolo ebraico;
in quanto discendente di Abramo, è fonte di benedizione e speranza per tutte le nazioni della terra.
E tutto questo veniva avvalorato anche dallo schema compilatorio adottato da Matteo (il n.14)

2. Donne irregolari

Si tratta di quattro donne dell'Antico testamento più il nome di Maria, la madre di Gesù.
Le quattro donne ricordate erano straniere, cioè non appartenevano al popolo di Israele,
avendo concepito i loro figli fuori dagli schemi normali del comportamento ebraico dell'epoca,
non rispettavano le esigenze delle leggi del tempo di Gesù.
Tamar, una vedova cananea, si veste da prostituta per obbligare Giuda a esserle fedele e dargli un figlio
Raab, una prostituta cananea di Gerico, aveva aiutato gli israeliti ad entrare nella terra promessa
Betsabea, moglie di Uria, un generale di Davide, era di origine ittita. Fu sedotta e messa incinta
dal re Davide, che, fatto questo primo misfatto, ordinò poi di ucciderle il marito.
Rut, di origine moabita, da vedova povera, scelse di restare con la suocera Noemi, aderendo così
al popolo ebraico. Consigliata da Noemi, Rut si unisce a Booz, obbligandolo a osservare la
legge e a dargli un figlio che sarà chiamato Obed, che è poi il nonno del re Davide.
Queste quattro donne, contestando e violando i comportamenti imposti dalla società patriarcale
del loro tempo, in modo poco convenzionali daranno di fatto continuità alla discendenza di Gesù.
Attraverso di loro Dio realizza il suo piano di salvezza, inviando nel mondo il Messia promesso.

3. L''irregolarità' di Maria

Entra in scena anche Maria. C'è anche in lei qualche irregolarità? Il fatto che sia rimasta incinta
prima di convivere con Giuseppe, suo promesso sposo, uomo giusto, non è cosa da poco.
Se Giuseppe fosse stato giusto secondo la giustizia dei farisei, avrebbe dovuto denunciare Maria
e lei sarebbe stata lapidata. In questo caso Gesù sarebbe morto.
Ma grazie all'atteggiamento giusto e saggio di Giuseppe, l'irregolarità legale di Maria
trova compimento. Perché Dio è fedele e compie quello che ha detto. E lo compie a suo modo.
Per quanto Davide potesse sperare in una discendenza perenne e Abramo avesse desiderato un popolo
numeroso e immenso come le stelle del cielo, al termine del racconto genealogico viene fatto
un annuncio che supera ogni immaginazione: “Non temere di prendere con te Maria, tua sposa,
perché quel che è generato in lei viene dallo Spirito Santo. Essa partorirà un figlio
e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati” (Mt 1,20-21).
Quella genealogia poteva produrre una razza forte e potente, ma non l'Emmanuele, Dio con noi.
Per questo era necessario che Dio uscisse dai nostri schemi, inserendoSi con una azione di grazia.
La concezione verginale di Maria dice proprio questo: che il termine della promessa è pura grazia.
E Maria semplicemente ne accoglie il dono, accondiscendendo a questo modo di agire di Dio.
Dunque ogni persona è un volto unico ed irripetibile, un gioco di passioni e azioni,
con uno strano destino di libertà”. Ringraziamo Dio perché attraverso suo Figlio
è entrato nella storia per far sì che noi entrassimo nella sua Storia. 
 

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