Luca 1,26-38
1. Il ritorno a casa, in comunità
Nella prima lettura (Isaia 62,10-63,3a), tramite il profeta Isaia, Dio invita la gente che non fu deportata
dai babilonesi e rimase in Gerusalemme, ad accogliere gli esuli che ritornano (538 a.C,).
Le immagini usate sono evocative anche per noi. Potremmo leggervi un invito
ad essere una comunità sempre più accogliente, inclusiva.
Per questo - dice il Signore - occorre togliere di mezzo le pietre dalla via.
Fuor di metafora significa eliminare quelle spigolosi caratteriali,
quello stile veloce e superficiale nelle relazioni che le mortifica.
Di più: sradicare dalla nostra vita tutto ciò che è di scandalo (pietra in greco),
ciò che tiene gli altri a distanza.
Lo scopo è di permettere, tramite noi, di “ritornare a casa”,
nella comunità cristiana e così, di incontrare il Signore.
Lo stile è dunque quello che anche Paolo specifica nella seconda lettura (Filippesi 4,4-9):
in un contesto reso rabbioso dal malaffare e dall’andazzo spensierato
di chi dovrebbe essere esemplare, il cristiano ha motivo di rallegrarsi
e vincere l’angoscia di questi giorni. Cristo è la nostra speranza!
Da Maria (Luca 1,26-38a) apprendiamo che basta un piccolo sì al Signore per cambiare il mondo.
Certo noi non potremo cambiare il mondo, ma il nostro mondo, le relazioni che viviamo sì,
rendendole più piane, trasparenti, evangeliche.
2. Dio figlio di donna
Dio l'onnipotente, l'eterno, l'inaccessibile, il creatore che si incarna nell'utero di Maria,
si nutre del suo sangue, delle sue parole, dei suoi pensieri, delle sue carezze. Dio figlio di donna.
Dunque l'umanità non è solo Adamo, non è solo Caino, l'umanità per grazia può essere anche Maria
che rappresenta la perfezione dell'umano nel suo rapporto privilegiato con Dio.
Ha lasciato scritto S.Ambrogio: "Se ci identifichiamo con Maria, se imitiamo le sue virtù,
potremo far sì che Cristo nasca, per virtù della grazia, nell'anima di molti
che si identificheranno con Lui per opera dello Spirito Santo.
Se imitiamo Maria, in qualche modo parteciperemo alla sua maternità spirituale.
In silenzio, come la Madonna; senza farlo notare, quasi senza parole,
con la testimonianza di un comportamento cristiano, integro e coerente,
con la generosità di ripetere senza sosta
un fiat che rinnovi di continuo la nostra intimità con Dio.
Sia in ciascuno l'anima di Maria a magnificare il Signore;
sia in ciascuno l'anima di Maria a esultare in Dio. E aggiunge: Se, secondo la carne,
una sola è la Madre di Cristo, secondo la fede tutte le anime generano Cristo
[Expositio Evangelii secumdum Lucam, 2]"
3. Benedetta normalità
"Il santo Vangelo, sinteticamente, ci offre l'esempio della Madonna:
Maria serbava tutte queste cose, meditandole nel suo cuore.
Cerchiamo anche noi di imitarla, parlando con il Signore, in un dialogo innamorato,
di tutto ciò che ci succede, anche degli avvenimenti più minuti.
Impariamo a soppesare, valutare, vedere tutto con occhi di fede, per scoprire la volontà di Dio.
Non dimentichiamo che i giorni trascorsi dalla Madonna sulla terra furono quasi per intero
molto simili a quelli di tanti milioni di donne occupate nella cura della famiglia,
nell'educazione dei figli, nelle faccende domestiche. Maria santificava le cose più piccole:
il lavoro di ogni giorno, le attenzioni alle persone care, le conversazioni ai parenti e agli amici...
benedetta normalità, così piena di amore di Dio!