Parole col cuore
“Ecco colui che toglie IL peccato del mondo”. Ma cosa è “il” peccato con la P maiuscola? A parlare di “peccato” ti senti antiquato. Oggi si parla di “scorrettezze o torti” degli altri a noi o “ingiustizie” nel mondo. Cosa è ormai peccato? Esiste ancora il peccato?
Però... dici “Che peccato!” quando sciupi un dono... smarrisci qualcosa... o si rompe qualcosa a cui tenevi... quando ti si rovina un vestito... o vedi una coppia che si rompe... quando su rigore uno prende il palo... o per un soffio non vinci un premio... quando rovesci e sprechi qualcosa di buono...
E' quello che dice Giovanni il Battista di Gesù. Curioso che questa espressione è la stessa in diverse lingue: in inglese “what a pity”, in francese “quel domage”, in spagnolo “qué lástima”, in tedesco “schade”.
Diciamo “che peccato” non collegando più questa espressione al suo senso vero. Suona addirittura strano a dirlo.
Proviamo. Che peccato! non ho partecipato alla Messa o non ho pregato... ho detto volgarità o parole offensive... ho trascurato di dare attenzione a chi ho vicino... Non ci viene da sorridere?
È tragicomico. Ma in realtà ci riporta al significato primario del peccato, quello di “occasione persa” - infatti un sinonimo è “mancanza” - mettendo l’accento sul bello sprecato, prima che sul male. Dio guarda prima al positivo, sempre e comunque.
Quanto bello c’è da far brillare in ciò che facciamo, e di vero che ravviva le nostre relazioni e non ce ne accorgiamo. Che peccato! Chi invece non spreca mai occasioni con noi è Dio. Lui è prima di me, dice il Battista, lui è “avanti” dove io non ci sono o non ci arrivo.
Togliere “il” peccato è un cammino in positivo: è imparare a guardare alla nostra vita come la vede Dio. Prendiamo un foglio bianco con un quadrato giallo. Dobbiamo metterci del nero. Ci viene spontaneo pensare al nero come ad una macchia sul quadrato giallo. Anche se piccolissima, la si vede subito e dà fastidio. L’occhio viene calamitato da quel puntino nero che rovina il giallo e persino riesce a distrarci dal bianco. Se provi a cancellare con la gomma, allarghi la macchia nera, scolorisci il quadrato giallo e buchi il foglio bianco!
Non è questo l’unico modo per pensare al nero: il nero non è solo macchia, ma può essere un colore. Se il nero è e resta macchia rovina tutto, se invece è colore puoi gestirlo, e anche se ce n’è molto di più facendolo diventare linea, quando prendi in mano un foglio bianco, con un quadrato giallo che ha una cornice nera, vedi un giallo più vivo, su un bianco ancora più luminoso.
Dio sa che c’è il nero in noi, che non riusciamo a togliere. Lui lo ha trasformato da macchia in colore. Oggi anche noi col Battista ci troviamo a dire: non lo conoscevo così!