Parole col cuore
“L’autostrada ricorda com’è competitiva la gente: quelli che vanno forte vogliono superarti, quelli che vanno piano vogliono bloccarti. Tutti vogliono che tu perda così possono vincere loro”.
Al tempo di Gesù la dinamica della discussione degli Apostoli su chi fosse il primo rispecchia l’arguta e cinica descrizione di Charles Bukowski. Ovviamente però così sono sempre e solo gli altri, mai noi!
Diceva una vignetta: “Io non sono egoista come tutti, io sono tanto altruista da voler cambiare gli altri, non me!”. La risposta viene schietta: “Se pensi che tutto giri intorno a te, fatti vedere perché magari
è labirintite”.
Tutti tendiamo a primeggiare: basta pensare a come e quanto ciergiamo virologi, politicI, vaticanisti, economisti, mentalisti che leggono i pensieri che l’altro nemmeno si sogna. E nelle relazioni chissà perché
le persone ci rimangono male se le tratti qualche volta come loro ti trattano sempre. Apparire è la regola, “essere” è la vera trasgressione.
Per il Vangelo il contrario di primeggiare è eccellere: “Non c’è nulla di nobile nell’essere superiore a qualcuno, la vera nobiltà è essere superiori a chi eri ieri” (E.Hemingway). È la stessa differenza che c’è tra
antagonismo e sport: l’antagonismo spreme le energie contro avversari da battere, lo sport tira fuori il meglio con compagni che stimolano.
Gesù pone al centro i bambini: per loro è spontaneo giocare, mentre noi adulti tendiamo a creare ansie da prestazione e sensi di inadeguatezza. Invece l’abbraccio che educa a eccellere li porta a considerare l’esercizio una ricchezza, la costanza un valore, il sacrificio un investimento, l’impegno più della vittoria.
Nel vocabolario il concetto di “potere” ha due termini: può essere sostantivo, “il potere”, e allora è da conquistare, aumentare, difendere e gli altri sono sudditi o nemici. Se invece è verbo (“servile”) la sua essenza è di rendere migliore l’azione vicina: “poter” agire implica una risoluzione di una crisi, “poter” camminare implica il superamento di una paralisi, “poter” mangiare implica la vittoria su una mancanza.
Per Gesù il potere è il servizio, cioè è quell’azione concreta che ti fa muovere “per primo”, senza aspettare nulla o nessuno, e “essere il primo” a cercare il meglio e a dare il meglio.
Primeggiare è prendere il posto agli altri e sopra gli altri, eccellere è mettersi al posto degli altri per capirli e fare team.
Primeggiare diventa ossessione nell’apparire che io ho di più: io ho più like, più fatturato, più efficienza, più risultati. Eccellere è altra cosa: lascio il di più e scelgo il meglio, al di là di classifiche, punteggi, graduatorie, rischiando di non essere capito o apprezzato. Come Gesù.
Chi primeggia si troverà ultimo: qualcuno prima o poi ti batte. Chi eccelle sarà ultimo a farsi notare ma sarà sempre primo a mettersi in discussione, mettersi in gioco, mettersi a servizio. Eccellere è il coraggio dei cristiani nello stile di Gesù sull’autostrada del quotidiano.