È difficile fare le cose difficili

Parole col cuore

Parole col cuore


Gianni Rodari in “Lettera ai bambini” scrive: “È difficile fare le cose difficili: parlare al sordo o mostrare la rosa al cieco. Bambini, imparate a fare le cose difficili: dare la mano al cieco, cantare per il sordo, liberare gli schiavi che si credono liberi”.
Pietro è cieco di fronte alla risurrezione, sordo alla speranza, schiavo delle sue fragilità, delle idee e dei pregiudizi. Con Pietro, il capo, c'è Tommaso, che non ha creduto finché non ci ha messo il dito, i figli di Zebedeo che hanno chiesto di fare i ministri nel “regno”, Natanaele che è lo scettico arrovellato su mille domande.
Le parole di Pietro sono pesanti: “Io vado a pescare”. È come se dicesse: “io torno a fare quello che facevano prima di Gesù, è finita, è stata un’illusione!”.
E gli altri cosa dicono? “Veniamo con te!”. Il Vangelo specifica: “in quella notte non presero nulla”. Non solo si sentono confusi e delusi per l’avventura con Gesù, ma c’è pure il fallimento in ciò che credevano di essere esperti.
Dentro questa situazione di fatica, dubbio, scoraggiamento il Signore Risorto appare e non viene neanche riconosciuto (e pensare che questi sono proprio i prescelti). Gesù riapre il dialogo in modo emozionante con Pietro. Inizia un ping pong tra loro due fatto su due verbi diversi, in quelle tre domande apparentemente ripetute.
È un percorso strepitoso di risurrezione anche per noi: Gesù non rimprovera, non giudica, non chiede spiegazioni. Per Dio nessuno è il suo peccato, ognuno vale per il suo cuore. Gesù chiede a Pietro “Mi ami più di loro?” E Pietro risponde: “Signore, tu lo sai che ti voglio bene!”.
Allora Gesù abbassa il tiro: “Mi ami?” Lui risponde ancora: “Ma lo sai che ti voglio bene!”. Gesù scende ancora e arriva al suo livello: “Pietro, mi vuoi bene?”. “Certo, lo sai, ti voglio bene!”. Ora c’è sintonia sullo stesso verbo: Gesù ha raggiunto Pietro, che ci rimane male perché non coglie lo sforzo di Dio. Dio si abbassa al mio livello, pure se infimo.
L’ultima parola è “seguimi!” cioè “ricominciamo da capo”. È la parola con cui era iniziata l’avventura nel primo capitolo. Interessante che l’incontro con Gesù Risorto avviene all’alba quando c’è abbastanza luce per chi vuol vedere e sufficiente buio per chi non vuol vedere.
Questa è la forza della risurrezione di Cristo: ti rende realizzato in ciò di cui dubitavi di te stesso. Dio abbassa il tiro (suo) per alzare il cuore (tuo). È questione di libertà, è il difficile della qualità alta della vita, è imparare da Gesù a fare le cose più difficili: dare la mano a chi è cieco di senso, cantare per il sordo di speranze, liberare gli schiavi della vita che si credono liberi.
 

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